lunedì 31 maggio 2010

Anche ciondolanti!


Mi fa impazzire e non riesco a liberarmene... cerco aiuto... offritemene per favore!!!
Ma come devono essere belli i gigli!!

giovedì 27 maggio 2010

Breath in... and out!

Per la magica delicatezza che questa donna mi ha regalato in tre giorni pieni di carica emotiva.

Per quando ha percorso tutto il perimetro della sala tenendomi per mano, in un attimo di pausa.

Per la sua infaticabile voglia di danza.

Per il barbecue.

Per quella sua modestia e per la sua fede nell'amore delle persone.


A Mariko Aoyama

martedì 25 maggio 2010

Tommi vs Sgrena

Arrivare lì e trovare il mio amico Tommi inserito in uno scambio con Giuliana, è stata una sorpresa... ma a pensarci bene, neanche troppo! Lui non teme confronto, sa il fatto suo e sa quello che dice!
Non è la stessa cosa, siamo d'accordo, ma i meccanismi sono gli stessi.
No, il carosello non è l'isola dei famosi, ma ne è stato un preludio!
Sei troppo giovane... Ah sì? Allora tu non sei abbastanza umile da ascoltare un'idea diversa!
Io ti capisco grande piccolo Tommi, non è l'apparenza che mi ti fa giudicare. Ti avrei difeso a spada tratta! Altro che Giuliana!!!
Eccoti la Littizzetto che spiega un tenero carosello di oggi!

domenica 23 maggio 2010

Un lungo fine settimana di albe e tramonti

Inizia tutto su un marciapiede, inizia dal naso e continua con gli occhi.

Mentre siedono tutti davanti a uno schermo, noi ridiamo col calice in mano al rosso di sera. Il mare, le gru e tanta femminilità, soprattutto di una di noi che è tondissima e ne porterà al mondo un'altra! O un altro?
Poi ancora una donna, non più ragazza, ma con un nuovo fascino maturo, il suo concerto, un'altra storia quella. Bella comunque e pacifica, mentre in quello splendido triangolo di mondo ruotano proiezioni di immagini scandite da suoni metallici.
Ne passeranno molte altre di ore prima di rivedere i colori. Passeranno note d'organo, bicchieri, follette e coltelli. Ma la via del rientro è un disegno di profili di monti che sembrano ombre, come corpi di donna distesi, il cielo graffiato di rosa e azzurro, il kinky reggae e il più folle di tutti in macchina che, tra la ricerca dell'inquadratura perfetta e del Santo Marcello, si fa lunotto per soffiare al di là del vetro!
I colori dell'alba hanno un fascino tutto loro, un'energia ritrovata a primavera...
E non è la chimica che alle 6 di mattina ci fa ancora giocare a pallone in un piazzale. Direi che è la stessa voglia della danzante notte precedente (anche quella infinita), di un altro concerto ritmato dallo stesso, strano, baldo e ridente quartetto!
Si farà di nuovo sera, ormai arrossati dallo zenit, fusi dalle acrobazie e stregati da quella stessa pancia, le mani incrociate in un apice di creatività.
Affacciati in terrazza, sarà l'ultimo tramonto che riveste di arancio un mare assopito.

Finisce a due ruote, senza sportelli, il lungo week end, al profumo di lavanda e in cinemascope.

lunedì 17 maggio 2010

Un Lingotto d'Oro

Me la immagino così: una cucina con una grande vetrata, per affacciarmi e raccogliere le ciliegie direttamente dall’albero e farne una marmellata! Poi un bagno discreto, ma con la vasca rasoterra! Nella camera da letto, solo un grande letto e un bello specchio.

Poi il Salone, il Salone lo immagino pieno di libri.

Il Salone è un via vai di gente che guarda copertine, che sfoglia indici, che incontra autori. È pure una cabina in cui c'è il pianista bravissimo che mi fa anche tanto ridere con le imitazioni e le improvvisazioni. Rischiavo di perderlo! Grazie per averli spostati tutti!

Il Salone è anche una sedia da cui ascolto il limbo del mio sogno. Mi immagino che all’inizio sento davvero quel clima di tensione, quando vedo entrare quei 5 microfonati. Davvero sento ansia, anche se non mi confido. Controllo i loro sguardi che sono più tranquilli dei miei, vedo i loro sorrisi, mentre io mi guardo intorno notando ogni minimo spostamento intorno a me. Chissà come deve essere vivere così tutti i giorni!

Poi dimentico tutto e ascolto. Lei chi è? Non la conosco! Però mi piace, mi piace il suo accento partenopeo che non è da salotto, ma da Salone. Mi fa pensare a quanto sia complesso il suo lavoro. È indagine, è una raccolta di storie, ma affiancata da una conoscenza profonda del funzionamento della vita, o almeno da una radicata idea personale della stessa.

Mi piacerebbe un giorno, come lei, chiudermi isolata in uno spazio bianco, fuori posto, perché di là Margherita è vivace. E raccontare quello che mi passa per la testa. Raccontare che un giorno ce l’ho fatta. Che un giorno, mentre lo guardavo e mutilavo i miei gesti dentro una camicia di forza, ho capito che la barca ha preso il largo e io resto serena seduta sulla banchina. Sventolo l’ultimo fazzoletto, sorridendo. C’è tanto sole mentre lo guardo, è bello... tutto è molto bello. Poi il vento, mentre aspetto che l’autobus mi avvicini a casa, in una città che non mi aveva mai regalato tutto quel calore. Bella anche lei!
La scia della barca lascia il posto alla fratellanza, me l’ha detto Erri - che lui ne sa - dice che è più vera e dura più della felicità.

http://www.youtube.com/watch?v=X4KKh0PH7m4&feature=related

sabato 15 maggio 2010

Scomparse...

"Non durerà negli anni questa storia dell'odore della casa. Negli anni a venire, eserciti di detersivi monopolizzeranno l'olfatto, gettandoci non privi di sconforto in un asettico miasma fatto di niente che caratterizzerà tutti gli appartamenti. Livellati gli odori, altrove andremo a scovare le differenze. L'umiliazione dell'olfatto come conseguenza del progresso."

Lo dice Sorrentino.

Io aggiungo che questo livellamento, effetto IKEA, non mi piace. Così come non mi rassicura trovare i miei stessi mobili e le mie stesse stoviglie anche dall'altra parte del mondo.

Gli odori, a me tanto cari e che spesso cito come sinestetica essenza primordiale e identificativa, non voglio diventino artificiali e omologati. Voglio ricordarmi per sempre la puzza dei vicoli di Barcellona che conducono alle più inaspettate piazzette, voglio ricordare per sempre il profumo della piccola Sofia che mi ha seguito per due giorni interi, sbucando dal niente ogni tanto, voglio ricordare per sempre l'odore dei caminetti di novembre per le strade dei paesini. Voglio pure respirare quegli odori che la mattina, mentre cammino per andare a lavorare, mi trafiggono violenti le narici, il profumo dei cornetti appena sfornati dal pastificio sotto casa, la puzza della sigaretta del tipo che ha svoltato l'angolo, l'acre odore delle fogne mal funzionanti, tutto voglio sentire. Anche gli odori colorati e speziati del riò de j'Archi quando vado a trovare Paolo o quando vado a mangiare con le pupe in quei posti a cui il palato non riesce purtroppo ad abituarsi, ma che gli altri sensi sanno apprezzare!

Voglio ricordare per sempre, ed evocarlo quando non ci sarà più, l'odore delle persone care.

Se io fossi un regista, vorrei fare un montaggio così astuto!

venerdì 14 maggio 2010

Ce l'hai la mamma? Mandaci mammeta!

Vorrei avere per tutta la vita il coraggio del professor Colapietra. Lui ha capito che quando ti prendono sei finito. Se non ti attacchi con tutto te stesso alla tua dignità, alla tua capacità cerebrale, alla tua coscienza, sarai facile vittima e preda.

Si potevano sentire l'odore dei calcinacci e dei vecchi volumi impolverati, tra le pieghe del suo viso scavato. Affascinante.

Ma di fascino non se ne trova altro in questo avanzare di celluloide.

Si ascolta con amarezza, ci si stupisce ancora, ci si commuove con le testimonianze e ci si arrabbia, ti arrabbi assssaieeeee, veramente.

Inutile parlare di lui, e sperare in un post-lui... la sua grande opera di annullamento è già compiuta. La Sabina è intelligente, non ce lo nasconde: parlano le persone che si considerano miracolate, anche se da un dio non ufficiale. Parlano molto e parlano spesso, vittime di una propaganda insistente. Qualche scena dopo però tutto si rilegge con altri occhi. Il montaggio non è un trucco, ma aiuta a riflettere.

L'ignoranza mi ha sempre fatto paura. Cosa sono le emergenze e cosa sono i grandi eventi? Finché non sai, tutto è plausibile. Cosa è un ente preposto alla protezione che si occupa invece, spendendo i milioni dei cittadini, di grandi opere pubbliche sportive e religiose che non hanno nulla di imprevisto e niente dell'emergenza? Una SpA, giusto. Solo quello poteva essere la protezione civile con l'avvento del Guido, che sereno se ne va a braccetto tra Joseph e Silvio. L'inizio dello spreco sfacciato che non necessita di giustificazioni, della corruzione, della faccia pulita con dietro un mare di pattumiera. Napoli, La Maddalena, Loreto ecc... lui è ovunque e tutti gli altri dietro. Ministro commosso! Ma fammi il piacere!

In questo scenario, le testimonianze di chi c’era. Le voci. I volti. La nonnina che rifiuta l’ospizio e invita gentilmente quelli della protezione civile a portarci la loro di madre. I pareri di chi vede, in quelle tendopoli, non un luogo di accoglienza, ma un test, un test di annientamento dei diritti. Perché con le persone in difficoltà, puoi usare il pugno duro. Rinchiuse lì dentro, puoi verificare quanto si può osare, impedendo alle persone di bere eccitanti (non solo alcol ma anche caffè e coca cola), facendo sentire costantemente la presenza militare che controlla ogni movimento. Inventando ordinanze che non esistono, ma che vietano la distribuzione di volantini, che vietano assemblee e telecamere. Tutto è militarizzato nei campi, dalle figure che vi comandano alle regole da seguire, alle reti di recinzione per proteggere dai ladri... che c'avranno da rubare in una tendopoli?? Gli Aquilani, anche quelli felici della loro New Town, ricca forse di agi mai avuti prima, si accorgeranno che non è la casa che gli hanno cambiato, ma la vita stessa. Non più il negozio, ma il centro commerciale. Non più la comunità, ma individui isolati... a prezzo di nuove distese di cemento. Tutto il "vecchio", che è la nostra storia, è da buttare. Rubata la memoria, rubata la vita, il loro lavoro è fatto.

Poi ci sono quelli arrabbiati, che non si fanno toccare, non hanno paura e conoscono i loro diritti, o forse non hanno niente da perdere. Mi consola un pochino, mi riempie di orgoglio e di voglia di emulazione.

Trema l'Italia e tremo io che vorrei scrivere ancora, ma vi lascio al film! Andate a vedere Draquila che non è un dipinto malfamante dell'Italia, ma un racconto di sofferenze e umiliazioni, inferte non certo dai vari Guzzanti, Saviano (a questo punto pure Mourinho) ecc... ma dalle malefatte di chi in questo paese manda e comanda.

Il coraggio di un finale non lieto, lascia quell'amaro che serve a non scordare fuori della sala. La grande illusione è che tutto ciò che è vuoto e fasullo non possa durare. Non è vero. DURA.

giovedì 13 maggio 2010

Questioni di emergenza

Ci vado con lei di nuovo, che mi aveva portato un'altra volta pure, e mi aveva fatto piangere. Ci vado con lei e l'altra. La prima li vuole portare in scena, vuole conoscerne la storia e parlare di loro. Il muro è alto più di me e lei e l'altra messe insieme, ma c'ha la testa dura quella piccoletta e lo farà.
Sono seduta vicino a un pancione. Bella.
Per adesso è lui che parla di loro. Lui che con quei signori con il berretto in testa e con quelle signore coperte ha spostato la polvere delle strade di una terra segnata da oppio e guerra. Mi piace ascoltarlo raccontare, anche se non da subito. In generale mi piace ascoltare le persone che sanno parlare e che non lo fanno per sentito dire.
Gli inglesi che sono i cattivi della guerra, non come gli americani chiusi in un elicottero o in un carroarmato. Le donne che entrano in ospedale dismettendo i loro lunghi abiti per lasciar posto a una laicità professionale. La curiosità di chi è così lontano da noi. Una popolazione con età media di 45 anni, di cui una grossa fetta non ha conosciuto altro che guerra.
E quella E che tutti salutano con gioia.
Poi i soliti dubbi e i pareri discordanti tra chi lavora a servizio di alcuni e chi invece viene pagato da altri. Boh, è sempre complicato capire come stanno davvero le cose, i veri buoni non esistono mai, ma a Gino qualcuno dedica l'onorificenza di larice. Speriamo almeno in lui.

Spiega meglio un caffè al sole...

lentisco
[len-tì-sco]
o
lentischio
s.m. (pl. -schi)
BOT Arbusto sempreverde della famiglia delle Anacardiacee (Pistacia lentiscus) tipico delle zone mediterranee, dai cui frutti a drupa rossi o neri si estrae un olio aromatico usato nell'industria.

Fonte: Grande Dizionario Italiano

di Gabrielli Aldo

Editore Hoepli

mercoledì 12 maggio 2010

Ho sognato di essere uno scrittore.

"Mi ha guardato come il sentiero che s'illumina d'incanto, mi ha guardato come il bambino divertito dagli schizzi d'acqua. Così mi ha guardato ed è stata la rivoluzione di me stesso. Tutta l'incredulità del mondo ci cascava addosso senza pudore. E quelle vampate nella coperta della tenerezza, ma non valevano più della vita stessa?
Sentire le proprie spalle accarezzate dalla mano libera. Ma dove stavamo? Sospesi e galleggianti nell'istante. Abbiamo vagato in coppia come i barboni all'angolo della strada, alla ricerca non del Tavernello, ma dell'istante e degli istanti amabili. Ma come è stato bello, il tempo in cui l'ingenuità era una risorsa e l'ignoranza un concentrato di saperi.
Estaticamente assuefatti a quell'idea di unicità, di insostituibilità che non ci ha reso unici, dal momento che nessuno è unico, ma insostituibili sì."
P. S. scrittore, regista.

martedì 11 maggio 2010

Un pensiero che di notte ti tiene seduta sul letto

Una fanciulla ad un tratto si ricorda
o di lei si ricorda forse il cielo
che nel grembo fioriscono le rose
[...]
Questo mistero lo capisce
soltanto la natura che tace
e che sorride come il vento.

"Il dono" - A. Merini

Stamo a rimanè schiacciati!

È lui che me lo ricorda ogni tanto, nella sua tragicità mi fa immensamente ridere. Sei uscito finalmente. Auguri! Anche se tutto poteva succedere uguale a casa. Tutto come previsto, qualcuno fuma, qualcuno non fuma, qualcuno balla, qualcuno non balla, qualcuno parla, qualcuno sta zitto, qualcuno beve, qualcuno non beve. Solo ci saremmo risparmiati tipi impazziti e spavaldi dal petto in fuori. Ma chissà cosa si immaginava? Che gli avranno mai raccontato? Tu cosa cavolo ridi? Ti ha fatto ridere la scena? Seduti in disparte, Morettiani, mi calmo, guardando da fuori senza commentare.

giovedì 6 maggio 2010

Perchè ferire?

Che amarezza aver affidato a te le gioie e le preoccupazioni che hanno invaso quella giornata, aver scelto te, proprio te, per raccontare il tumulto di questo vento di cambiamento. Se avessi saputo che questa era la tua risposta al mio entusiasmo!?
Bene, scusa se il cellulare dopo una lunga chiacchierata mi diceva che c'eri... è così che mi è venuto in mente, mi sembrava una buona idea, istintiva. Ma forse avrei dovuto cancellare subito quelle parole, così da non costringerti ad alzarti! Ma davvero lo pensi? (sospiro) Ecco che tutta la buona volontà che ci metto per avere un dialogo civile, tra persone che cercano nuovi modi di essere, svanisce. Forse non hai ancora capito come la vedo. Ed io sicuramente non capisco te. Eppure avresti potuto non assecondare il mio bisogno di passi, oggi non avresti avuto un'altra arma d'offesa.
Sono stata in una casa per consolare un amico, ma ce n'erano due che avevano bisogno di sfogare delusioni. Terapia d'urto, sofferenze e dubbi. Uno bestemmia, ma è solo il suo modo aggressivo di sciogliere la sua sensibilità ferita. S'interroga sul suo animo buono, sta male anche se non lo dice e mi dispiace vederlo così. Ha bisogno di riflettere e star solo. L'altro lucidamente analizza la sua situazione, di nuovo valigia in mano, ma non si arrende. Penso sia pazzo, forse è solo innamorato. Sono qui, ditemi tutto. Toccate le pieghe più profonde del dolore, fingendo che non facciano male. Assorbo tutto. Ascolto. Ma lasciatemi zitta!

La qualità della vita di Paolo

Un po' di gente non qualunque ha detto di aver pianto
una ci è rimasta male a un certo punto
una ha usato l'aggettivo: coraggioso
uno ha detto: 7 e mezzo
una ha detto che non ci ha capito niente
una che uno dei personaggi sembra disegnato
una di scriverne un altro presto
uno ha detto che così è meglio di quando era manoscritto
e uno ha offerto da bere all'autore
uno ha detto così così
uno che ha un buon incipit
uno che scorre via, è scritto in maniera scarna e lo consiglia, è intimo e anche critico con i nostri tempi
una ha detto: ma i capitoli....
uno che si vede in effetti che all'autore piacciono i fumetti
una che pare poesia

una che proprio le piace, e anche altre cose
una che ce l'ha sul comodino

avevo la copertina gialla, sta diventando rossa
ma mi piace

Il Libro

http://pamarasca.wordpress.com/

mercoledì 5 maggio 2010

È l'estate del 1994

Mi burlavo della legge io, preferivo liberare i capelli al vento. Spensierata ed incosciente, l'alta velocità non era comunque possibile! Le mete erano sempre a portata di mano in genere. Tranne quella volta che si vedeva solo nero, davanti, dietro, di lato! Ma c'erano Lavinia, che bene o male teneva il mio passo, e Molli che invece ci lasciava indietro, lei aveva Hello Kitty, era più facile per lei!
Ma quanti scherzi mi faceva, non tollerava la pioggia! E quante volte cercava la discesa per sforzarsi il meno possibile! Beveva dal biberon perchè era rimasto piccolo ed imboccarlo, quando i tempi andavano avanti, diventava sempre più difficile. Gli altri avevano i tasti, io e Lavi solo i pedali. Che gran senso di libertà però, schivare i birilli, salire sui marciapiedi, arrivare prima, con la borsetta nuova e le mollettine tra i capelli. Principessa nel mondo delle fate. Vanitosa ed emozionata se mentre scendevo c'era quello che mi piaceva.
Adesso lui vive nell'isola, con il cuore ancora attaccato alla catena. Si godrà la sua pensione lì un giorno, all'ombra del lentischio.
Invece il nuovo è il più amato dalle adolescenti, giovane e aitante anche se poco scattante, riceve occhi ammiccanti da ogni passante... ma lui ha scelto me! Mi manca solo qualche adesivo young e poi al semaforo mi chiederanno "ma tu che scuola fai?!!"