mercoledì 12 maggio 2010

Ho sognato di essere uno scrittore.

"Mi ha guardato come il sentiero che s'illumina d'incanto, mi ha guardato come il bambino divertito dagli schizzi d'acqua. Così mi ha guardato ed è stata la rivoluzione di me stesso. Tutta l'incredulità del mondo ci cascava addosso senza pudore. E quelle vampate nella coperta della tenerezza, ma non valevano più della vita stessa?
Sentire le proprie spalle accarezzate dalla mano libera. Ma dove stavamo? Sospesi e galleggianti nell'istante. Abbiamo vagato in coppia come i barboni all'angolo della strada, alla ricerca non del Tavernello, ma dell'istante e degli istanti amabili. Ma come è stato bello, il tempo in cui l'ingenuità era una risorsa e l'ignoranza un concentrato di saperi.
Estaticamente assuefatti a quell'idea di unicità, di insostituibilità che non ci ha reso unici, dal momento che nessuno è unico, ma insostituibili sì."
P. S. scrittore, regista.

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