domenica 31 gennaio 2010

I cavalieri della tavola rettangolare!


Dico sempre che non è mai troppo tardi per imparare! Va bene, non si può saper fare proprio tutto, magari si fa di tutto un po’ senza diventare maestri, ma non è importante. Si può provare il brivido dell’esperienza però. E poi decidere se piace e se continuare. Ti pare che non sperimentavo anche questa?
Ebbene, dopo anni che cercavo il modo di farlo, sono finalmente riuscita a cavalcare il manto bianco, grazie ad un intero “esercito” che, a tavola tratta, al mio fianco per affrontare la morbida ma ardita discesa, mi sosteneva, consigliava e affiancava nella rovinosa caduta! Io che dentro di me ripetevo compulsivamente tutti quei suggerimenti, tallonitallonitalloni, puntepuntepunte, peso al centro, piatto e gira il busto!! immaginando di essere una foglia, immancabilmente finivo per terra appena la velocità era più rapida della mia coordinazione.

Anche se sono ancora alla ricerca del mio stile, a tratti ho dominato il mio destriero, evitando però i front… che sono i miei nemici, quelli che mi fregano!!

Soprattutto di questa impegnativa giornata, ricorderò che mi sono divertita, tanto, anche nella difficoltà di scendere al volo dalla catapulta infernale, con il tipo gentile che capiva il mio impaccio e mi tendeva la mano. Il più difficile è stato comunque tirarsi su dalle sabbie mobili. Mentre vedevo che stavo sprofondando mi veniva da ridere, e se ridi è la fine, non ti alzi mai più.

Grazie di cuore ai miei due pazienti maestri Gianni e Teo (e ai loro numerosi complimenti di incoraggiamento di fine corsa), che hanno sacrificato per me le loro medaglie al valore e che forse si sono divertiti più nella pausa crostoni, salsiccia e grappina che sulle piste… ma che qualche risata per le mie capriole o quando da ferma cadevo in ginocchio, se la sono fatta di sicuro!!! Chiappette, addominali, gambe e braccia a pezzi, ma non mi arrendo, la prossima è vicina!

sabato 30 gennaio 2010

Decido io!

Il calendario di Oscar Diaz, designer spagnolo.

Tra i tanti progetti che mi capita di osservare, questo ha attirato la mia attenzione! Un calendario da cui si percepisce davvero lo scorrere del tempo. Un foglio di carta con i giorni stampati in rilievo per prendere colore (quello che più si addice al mese) grazie all'inchiostro che, per a me sconosciute leggi fisiche, si espande ad una velocità calibrata sul giorno solare.
Mi piacerebbe aver questo grande foglio sulla parete della mia cucina, così quando voglio che il tempo si fermi, tapperei la bottiglietta dell'inchiostro, e quando voglio passi veloce, inclinerei in qualche modo la boccetta perchè i giorni si colorino in fretta! Dite che vale?

mercoledì 27 gennaio 2010

Love love love


Lui non ha fatto che parlare d’amore, anche i più scettici alla fine si sono convinti e hanno riso fino a comprare il libro. E nel libro Remo ha scritto i nostri nomi, disegnato un profilo, schizzata una firma e impresso l’anno, questo, il 2010. In più una sola parola a grandi caratteri: LOVE.
Sì, un simpatico santone… io non mi lascio mai troppo conquistare da questi trascinatori di folle, neanche quando mi chiede “Tu sei Anna? E che non me lo dai un bacetto?”. Però mi diverto a sentirlo parlare, soprattutto nel dialogo privato in cui mi racconta l’intimo spiare di una zia che nuda, dopo la doccia, si infilava la biancheria. Mi ricorda quei due scemi dei miei cugini che, nel momento in cui il mio corpo stava appena assumendo delle forme femminili, si nascondevano sotto il letto per imparare dell’amore. Peccato che li ho sempre scoperti prima (almeno credo)!!! Il fatto è che Remo era molto più ardito di quei due ragazzini. Remo aspettava che la zia uscisse dalla camera, per andare a raccogliere il vello inconsapevolmente perduto dalla delicata conchiglia (che lui ha definito in maniera diciamo… più popolare) per riporlo in una scatolina, gelosamente conservata.
Beh, accompagnandolo a casa, mi chiede di fargli una nuova scatolina con ciò che è mio, tutta per lui che il sesso, anche a 86 anni, non riesce proprio a scordarlo!!!

lunedì 25 gennaio 2010

@°§*^'?%\-[

Qualche volta penso che tutti si dovrebbero concedere delle chicche borghesi, perchè poi alla fine, nel regalarsi attimi di benessere non c'è niente di borghese, anzi direi che è una cosa del tutto naturale, solo che non abbiamo mai il tempo di farlo!
Nel periodo frenetico che mi sta piacevolmente travolgendo, qualche istante di estatico calore me lo sono riconosciuta.
Con le gambe e le braccia nude mi specchio, avvolta da un corto kimono bianco, mentre sorseggio una bollente tisana, in attesa di oli caldi e mani sicure. Ancora accaldata dalle vampate di vapore che hanno rilassato la pelle, mi osservo compiaciuta. Sì, direi che me lo sono meritata, anzi no dai, tutti se lo meritano... diciamo che ho fatto bene a concedermelo. Mi stendo e sento quel solletico che diventa subito un sincero prendersi cura di me. Ma quanto mi piace? Mi rilasso, forse troppo, che quasi mi addormento.
Ma che male ci sarebbe nel dormire, svegliarsi e richiudere gli occhi, perché oggi si può? No, in quell’occasione, pagati i servigi, si torna a lavorare, anche se leggeri come una piuma e intontiti dalle coccole ricevute.
Altre volte invece per fortuna si può anche restare sotto il piumone, niente fretta, niente orologi, ore, minuti o secondi rimasti in padella, perché non hai resistito e non hai fatto in tempo ad arrivarci. Chissà poi perché non si riesce proprio a non cedere. Non credo di dovermelo chiedere, è benessere, una, due, tre volte e di nuovo fino all'arresa, è sempre stato così. Lo dicono anche i tovagliolini della Coop “non ti vergognare di tornare un po’ bambino, ogni tanto: fa bene allo spirito”. A parte quell’ogni tanto, mi pare di seguire alla lettera questo consiglio.
Ma poi tutto sommato, volevo dire, ma realmente, ma a me... cosa mi passa per la testa??

giovedì 21 gennaio 2010

Così impari!

A Kathmandù!

Anche da lontano, sentirò la tua risata rumorosa e il tintinnio dei tuoi monili, vedrò le espressioni buffe che solo i tuoi muscoli del viso sanno assumere, ti abbraccerò a notte fonda, dopo che, ormai a pezzi, abbiamo fatto tutto! Mi infangherò con te camminando, anche se su strade diverse, come in quell'uggioso pomeriggio, farò esercizi di concentrazione anche se meno mistici dei tuoi cantando gen gen gen calendela! E tutto il resto che solo due eterozigoti come noi possono aver messo in piedi, portando scompigliando in città.

Ricorda il consiglio di mio fratello!

Buen viaje y cuidate!!

mercoledì 20 gennaio 2010

Molto molto doloroso

Io, proprio, davvero, assicuro, che non sono in grado di capire come si possa far così tanto del male, e farlo apposta! Fin dove può arrivare la mente umana? Io non ci arrivo, non concepisco la consapevolezza di ferire chi è indifeso e ingenuo di fronte ad una cattiveria che non può neanche immaginare... Oppure con il tempo riuscirà ad immaginare e magari a reinterpretare a sua volta. Come si può crescere in serenità se un gioco ti ha portato via la completezza del tuo corpo? Tutto il congegno, i meccanismi vengono studiati per colpire in maniera mirata, non per uccidere, perché allora non ci saresti più e basta, ma per mutilarti, spezzarti, così che la tua presenza diventa sofferenza e insopportabile peso.
Mi fa star male pensare che ci sia qualcuno che voglia provocare dolore e soprattutto ai più piccoli, a quelle manine, a quei piedini!
Sì, si sanno queste cose, Gino e Teresa sono famosi, ma hanno anche deciso che le cose che loro vedono ce le risparmiano perché edulcorare una realtà che tutto ha meno che dello zuccherino, sarebbe immorale. Soffro per le immagini e per le parole, forse ancor più evocative del macigno di cui raccontano. Piango, ma di rabbia!

martedì 19 gennaio 2010

Perchè avrei voluto vederti mentre allagavi l'aereo, Rocher!

Fighissimo (come lo leggerebbe dianetics)!

Wonder woman oggi proprio non ce l’ha fatta. Neanche i superpoteri da Annamon hanno potuto vincere la battaglia contro i mulini a vento. E si è trovata, la sera, arresa all’evidenza, che l’aveva voluta sconfiggere in questa giornata in cui è successo di tutto. Sarà il naso rosso che la rende poco credibile come supereroe?
All’alba vengono i gendarmi a prelevarla per consegnarla alla giustizia. Pagata l’ammenda salata, l'avrebbero poi liberata! Il telefono squilla in continuazione nell'arco delle 24 ore, ma dall’altra parte solo silenzio. Annamon è riuscita, non sa neanche lei come, a metterlo a tacere per sempre… il secondo dall’inizio dell’anno. Al primo ha fatto fare immersioni. Ma Annamon, senza troppe preoccupazioni, si reca a ritirare il suo buono per trovarne un terzo, nuovo di zecca. Invece niente buoni, solo i cattivi di una nuova gestione, che dei buoni proprio non vogliono saperne. Sempre Annamon, con un ditino distratto, in un secondo fa fuori le memorie di una vita, puff, cancellato tutto dal dispositivo, tutti i bei pensieri, stipati dall’invenzione della sua prima ricetrasmittente, che aveva creduto di dover conservare… ora invece li serberà solo nella memoria. Potrebbe non essere male! Convinta infine di sfogarsi con acquisti pazzi, non trova che stracci.

Per fortuna che poi la sera c’è un surfer pronto a consolarla… ma lei non è triste, solo spossata dalla battaglia e finalmente si concede una serata casalinga, con Ciuchino a farla squassare dalle risate.

lunedì 18 gennaio 2010

Il buonumore!!

Mi piaceva quella storia di quando, anche se sei arrabbiato, nervoso, infreddolito, triste, basta una telefonata a portarti il buonumore!!! Un onore portarlo! E io che mi stavo preoccupando per te, che chissà cosa avevi capito!!! Invece mi fa ridere sentire quella tua voce, che parla di cibo e famiglia.
Io stamattina niente buonumore! Per il freddo ho camminato a testa bassa, di corsa e con un'espressione scura, mi fa arrabbiare tutto questo gelo... e allora sono tornata sotto le coperte, che solo a pensarci mi viene da sorridere. Il piumone mi abbraccia, mi nasconde e mi ingloba.
Io non ci sono più, fin quando fa troppo caldo e mi manca il respiro e mi trovo con la testa in fondo e i piedi dalla parte del cuscino. Un piede, due piedi, tre piedi!?!

mercoledì 13 gennaio 2010

Anima e pancia!

C'è di tutto in questo salad bowl, c'è destino, passione, musica, cibo e amore! C'è del grottesco e c'è comicità. Qualche stereotipo forse nel punto di vista di uno straniero che racconta le vite di immigrati. E nei ballerini che dentro un locale fanno stretching!!!
Il protagonista (l'attore e non il personaggio), un po' goffo all'inizio, passa da espressivo tontolotto un po' animalesco, ad animale alla riscossa! Ne succedono di tutti i colori in un ristorante bohemien (bellissimo) che raccoglie galeotti, cuochi pazzi, musicisti per un pubblico punk, pittrici con animo strafottente ed orgoglioso. Poi c’è il tedesco, esattamente come ti immagini un tedesco, biondissimo e rosa, arrivista e stronzo... ma a lui ci penserà il fisco.
La seduzione della gola (e non solo) dà verve alla pellicola che scorre tra risate e commozione. È un concatenarsi di gioie sfrenate, buffi incidenti e terribili sfortune. Ma non è quello che ti rimane. C’è ottimismo e una carica di buonumore, ed è quello che ti lascia il film anche quando congeli fuori dal cinema al freddo pur di commentare con gli altri spettatori. È un messaggio positivo perché, dopo tanti rocamboleschi intrecci, arriva per tutti il momento della riscossa. In questo caso la svolta si chiama, per una casualità di omonimia (me lo concedo), Anna. Sarà il suo sguardo a placare ogni timore e ad infondere la forza per ricominciare e riprendere in mano quello che era perso!
Nessuno si alza ai titoli di coda, dal tratto Malleus e dalle musiche da telefilm anni '70. Non è solo un elenco di nomi, ma è un apostrofo stilistico, un autografo del regista.
Nota negativa, andare al cinema e non poter fare una battutina sul vicino di posto, non poter incrociare al buio sguardi di intesa, non poter ridere all'unisono e compiacersi, è un po' come andarci da sola! Dov'è il mio esperto?

domenica 10 gennaio 2010

Mis amigos... imaginarios?

Sconosciuto: persona non riconosciuta, non identificata.
E allora chi ti ha dato le mie chiavi? Chi ti ha dato il permesso di fare colazione a casa mia alle quattro del pomeriggio? Ah pure la doccia? No, ma allora tu non hai capito!!! Jack digli tu qualcosa! Va bene, allora facciamo entrare e uscire tutti quello che vogliono. Il primo sì, lo conosco da tanto e sa cucinare bene.
La confidenza che non muore. Poi mi fa ridere anche se è diventato serio e sa aggiustare le cose. Mi porta su un piatto d'argento, è molto buono. Di lui, che in un paese straniero ha fatto di me ciò che sono ora, anche se passato molto, non mi sono mai scordata. Preziosa presenza! Pure il secondo può entrare! Mi capisce quando scherzo, mi legge nel pensiero, anche lui mi fa ridere. Ho un profondo rispetto verso di lui, come mai verso nessun altro, e molta stima. Da quando si è perso, non vado più al cinema. Anche il terzo è benvenuto. Lo conosco da meno del primo ma da più del secondo. Lui è cervello, è cultura e profonda sensibilità. Risolve gli intrecci della mia psiche e infonde sicurezza. Il ragazzo del sud è stato grande amico, ma si è trasferito. Lui entrava e usciva come voleva. C'era molta fiducia. Ora mi scrive e mi fa sempre un sacco di regali. Accomodati. Il riccio lo conosco da pochissimo, ma è gentile e scrive favole, dice Yle. Avanti, puoi entrare... un giorno. Quest'altro ha provato a entrare una sera, ma era tardi e non ha insistito. Potrei farlo passare... anche se giochiamo una volta a settimana da poco tempo, perchè gli piace fare un sacco di cose, e scrive, riprende, scatta. Lo fa davvero, non ne parla e basta. Gli ho promesso che mi farò crescere le ali entro la primavera. Poi c'è l'amico strano, è razionale e rigoroso, ma anche lui mi fa ridere qualche volta, anche se quando parla di cultura, io devo portare il caffè. Ce n'è uno poi che mi spettina, mi sorregge la mano e mi insegna a darle peso. Lui è entrato sì, ma dalla finestra, con una bottiglia in mano. Lui è la passione ma va a briglie sciolte. Un altro non chiede di entrare, ma mi vuol portar fuori e non ci crede se dico che non ce la faccio proprio. Ah ecco, lui dice di conoscermi da tanto, ma in realtà non ci siamo mai parlati! E quest'altro? Quest'altro è bravo, gli piacciono i bambini, ha appena vinto un premio, ma dice che avrebbe preferito il mio! Potrei farlo entrare per parlarci ancora, lo conosco da tanto, mi posso fidare. Incredibile è lui, che mi fa ballare, mi canta le canzoni di Fendano Fenno e mi trapana i muri di casa.
Io adesso ho voglia di portare fuori il cane con Michela e congelarmi al freddo per motivi validissimi come dire cazzate di notte con Yle anche se il giorno dopo devo andare a lavorare. Oppure inizio ad ascoltare i consigli degli amici e a pensarci veramente!

giovedì 7 gennaio 2010

Back

Ho avuto anche io nostalgia di te, anche io venivo qui per vedere se avevo scritto qualcosa di nuovo, quasi con curioso batticuore, ma ti trovavo sempre fermo alla stessa data. Va bene diario, mi scuso, ma ho attraversato monti e laghi, ho vissuto avvenuture d’altri tempi e ho camminato nella storia, impolverandomi di passato. Quindi perdonami se non ti ho scritto per un po'.
Come raccontarti queste due settimane di vacanza? Da dove cominciare? Dalle gemelle in una casa del mistero? Da Pierino che è un personaggio di fantasia? Dalle chele di granchio, le torte di compleanno a sorpresa e le tisane/rum pomeridiane? O magari dai viaggi in macchina allungati di qualche chilometro e dalle passeggiate in cima alla rocca? No, così direi che faccio confusione.
Sono successe molte molte cose. È iniziato pieno l’anno, ma non voglio ancora connotarlo. Sono stata bene in vacanza, ma anche il 2009 era cominciato così e poi è finito al contrario di come avevo pronosticato nel moleskine dell’ultimo anno del decennio scorso, che vedeva al primo posto nella classifica delle mie priorità il sentimento più “alto”. Io che non uso mai quella parola, ne avevo riempito una pagina, che avevo capito?! Nel viaggio di ritorno in treno non avevo nient’altro da leggere, L’isola sconosciuta l’avevo quasi imparata a memoria. E allora ho visto un po’ com’è andato il passato. Mi viene da ridere a pensare a tutte le volte che sono stata risoluta a parole e docile come un agnellino nei fatti. Tanta confusione e qualche cattivo pensiero, ma le mie orecchie ascoltavano tutto e il contrario di tutto, che era difficile capire. Mi dispiace per le brutte parole, fastidiose, che non ricordavo neanche più di aver scritto, ma è anche quello parte del mio temperamento mediterraneo.
Una deviazione fuori programma mi spinge ancora più indietro e mi ricorda il bello di essere presi per mano, senza un perché, solo che è bello quando ti sorprende e subito torna ad essere naturale. Come altro dovrebbe essere? Eravamo speciali. Molte cose restano come le ricordi, ma non puoi permetterti di interrogarti, ché non è il momento, lo aspetta il nuovo mondo, di nuovo!

Tute bianche e calze rosse

I figli dei Riciclato hanno puntellato una piazza di bianco, una piazza che invece era nera, gialla e forse verde. Chi vive le strade e riempie le piazze sono ancora una volta loro: gli extra, gli extra qualcosa. Come dice Alessandro, è bello rivedere corso Carlo Alberto, il Piano tutto, vivo, colorato e animato. Sentire una città vera, presente. E lo fanno loro anche in questa serata, la stessa in ogni angolo di mondo. La serata che chiude il vecchio per aprire il nuovo. Sconvolgente l’anno appena finito. Iniziato con il benessere e su una montagna dalle cui pendici sono scivolata giù in picchiata, ma, come in una rampa da skate, la rincorsa mi ha riportato sull’altra vetta. In questo altalenare, ho fatto in tempo a cambiare idea mille volte, sono stata due, una e per un po’ tre. Sono stata stesa, in piedi, saltellante. Ho caricato, scaricato e montato mobili che sono diventati fissi. Ho fatto cose e conosciuto gente, un sacco di gente se ci penso, e ho aperto la porta alle tante sfaccettature della vita. Ma devo ammettere che ci ho messo un po’. E oggi, in questa serata, vestita di bianco, correndo tra la gente, finisco sui cellulari di mezza striscia di Gaza, ma sono tutti felici e anche il vecchietto ride con noi. E suonano tutti, anche il primo cittadino, capotrenino, divertito almeno quanto noi. Ma questo è merito loro, i Riciclato Circo Musicale che, ancora una volta hanno fatto ballare e suonare tutti! Altro che Rai 1!!!

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