mercoledì 31 marzo 2010

Un Momix per ognuno!


Chissà perchè, mi agito sempre un po’ sulla sedia finché non inizia lo spettacolo.
Seduta su pelle rossa, vedo per la prima volta il teatro da un’altra
prospettiva, forse non è così male come le lamentele cittadine ci hanno abituato a pensare. Quel quadro che mi si apre davanti sembra grandissimo, come se non fossi mai stata scalza lì sopra e non conoscessi quella sensazione di contatto con il mio corpo. Non so, mi sembra tutto nuovo, anche io mi sento nuova. Ci sono delle percezioni difficili da spiegare!
Non sono amante della spettacolarità, ma quello che ho visto su quel palco è fantasia e purezza. Un omaggio alla natura, al vento, che è sempre stato uno degli agenti atmosferici che preferisco in primavera, all’acqua, alle foglie, ai sassi, agli animali, al sole, alla tempesta, al cielo. Sensazioni uterine e l’idea di liquidità ti fanno fluttuare in una rassicurante placenta dall’inizio alla fine di questo documentario incantato, dove le specie si amano e si intrecciano in danze di corteggiamento o di lotta per la sopravvivenza.
La consistenza dei corpi sembra nulla, il sasso sembra pesare come la carta roccia del presepe, non si capisce più bene cosa è chi, dentro cosa e come si muove.
Cercare di capire il trucco è un’operazione che il mio cervello non riesce ad evitare, ma poi quando mi distraggo un po’ e percepisco l’effetto, non voglio più saperne di come ci siano riusciti. Mi sono sentita come quando, da piccola, vedevo mio zio fare lo scherzo del pollice spezzato a metà, ci credevo e basta che lui sapeva fare quella magia (s)compositiva. Qui i tecnici luce, gli scenografi, i costumisti e tutti gli altri hanno fatto meraviglie, un po’ più di mio zio, ma in realtà sono giochi di teli, giganteschi ventagli, proiezioni, trasparenze, riflessi, buio, fluorescenze, riusciti alla perfezione. Voto 10 per il trasformismo dei costumi che da batuffoli soffici e morbidissimi (si vede anche senza toccare) diventano tutù, poi abiti da sera, poi vestiti da flamenco.
E che dire dei ballerini, anzi delle ballerine, che tanto il corpo femminile avrà sempre una movenza (dal bacino in su) differente, della sincronia nel movimento dello specchio, della geometria delle forme ma anche dell’asimmetria, che poi a me piace anche più della perfezione? Tutto bellobellobello, Bothanica è uno spettacolo per tutti, anche per chi la danza non la ama, o ha smesso di farlo.

martedì 30 marzo 2010

Imbarazzo

Mi scuso per il post di venerdì 26 marzo e per l'ingiustificato ottimismo che non avevo mai provato prima per i miei connazionali! Ora mi ricordo perchè!

venerdì 26 marzo 2010

La serata in bianco e nero

Con il tempo ci diranno che abbiamo vissuto gli anni dei cambiamenti sociali, storici e culturali. Saremo protagonisti nei libri di storia e sociologia. Mi vedo già nel futuro, tipo nel 2010, quando penseranno a noi, il popolo della seconda metà degli anni ’50, che si riunisce per la visione di gruppo dei programmi trasmessi in tv, l’ultima arrivata nel campo della tecnologia. La censura non era possibile, dirà Aldo Grasso, e soprattutto i potenziali censurati muovevano orde di ascoltatori aggregati tra loro e considerati, allora, pericolosi sovversivi.

A noi piace stare tutti insieme e, ci tengo a dirlo, non solo per i mondiali! Chi seduto, chi steso, chi in piedi, chi appoggiato al responsabile della proiezione, arrabbiati e divertiti davanti ad uno schermo. Socializziamo nel confronto, perché possiamo commentare, ridere, criticare, annuire, fischiare e urlare che se ne vadano tutti a casa, anche se quelli come al solito non ci sentono. Però, ancora, a noi degli anni ’50 non piace isolarci e viviamo con pathos sentimenti collettivi. Non ci hanno ancora intortato con la storia della speranza per farci stare zitti e buoni.

Vorrei dire a loro di tremare perché i giovani sono il futuro dell’Italia, e ieri ce n’erano tanti nelle piazze. Ci sono i cassaintegrati, i precari e i disoccupati, che sono un tantino incazzati e buoni buoni non ci stanno più.

Vorrei dire a Morgan che negli anni ’50 non esiste X-Factor e questa non è la sua trasmissione, né il suo pubblico.

Vorrei dire a Sandro che neanche gli sms abbiamo ancora inventato, non può dirci in diretta che facciamo pena, ma io lo posso pensare di lui, direttamente.

Vorrei dire a Mario che se avessi conosciuto il suo pensiero, l’avrei citato il giorno della mia discussione di laurea, quando ho concluso dicendo che “senza il popolo non si fa rivoluzione”, provando un gran senso di liberazione nel cuore e felicità per la standing ovation di tutti gli amici presenti.

Si conclude ballando con Teresa e con i nuovi vicini di casa che mi invitano a bere una birra… un’altra!! L’importante è gridare!

E con la mano “sporca” sul cuore, ho giurato di continuare a farla fuori!

giovedì 25 marzo 2010

Svegliatevi bambine...

In via Podesti sono fioriti i ciliegi/peschi, ci credi?! Se capita anche a te di passare di qua, puoi vedere come sono belli. Vale anche se è primavera?
Giuro che ieri non c'erano i fiori!

lunedì 22 marzo 2010

Chissà se...



... anche lei da grande voleva fare l'attrice... o la restauratrice, ma poi ha preferito la danza!

Non si spiegano certe cose, però penso a come si ridimensionino le esigenze e a come le "ambizioni" diventino poco importanti di fronte alla bella semplicità della vita, a cui ho imparato a chiedere sempre meno, preferendo prenderla così come viene!

Anna dei Miracoli e le stecche per l'interpretazione magistrale ricordata da Lavi e Romina avranno fatto ricredere anche Maya, che ha preferito stare in punta di piedi!

sabato 20 marzo 2010

Senza Titolo di S. Luciani

Tu che non hai confini, non hai canali, non hai regole e segui solo l'istinto.
Tu che l'arte non l'hai imparata ma ti scorre da sempre nelle vene.
Tu che sei abile con la matita e molto umile nel cuore, non ti ho mai sentito vantarti.
Tu che non ti limiti alla tua perfetta tecnica, ché hai anche tanta ricchezza da dare.
Tu che raccogli l'ortica con le mani per farci il risotto.
Tu che sai ascoltare e non ti è mai importato di essere il meglio.
Tu che attraversi tempeste interiori perchè vivi sentimenti forti.
Tu che sei così grande e fragile.
Oggi ti investono di una carica che, per diritto, è stata sempre tua.
In un libro così intenso, c'è tutta la tua vita, schizzata e raccontata a parole, tutte tue, riassunto di quel pensiero contorto ma ricco di sensibilità che da sempre ho riconosciuto in te, nonostante la tua giovane età! Hanno capito e apprezzato il tuo percorso, perchè tu non hai altro modo di dirci quello che sei, non avresti potuto seguire leggi accademiche, non ti ci sai riconoscere.
Solo due versi, perchè bisogna lucidare di lacrime questo ponte pietroso e vuoto, ma poi... si balla, ridendo e urlando addosso alla paura!!!
Sei tu!

[...]
Se non verrai
dimmelo prima che cada il sole
così ch'io possa piangere al tramonto,
consolarmi con la luna
e poi ballare la notte intera.

Da una lettera a Lilith

venerdì 19 marzo 2010

Alì suggerisce

Taylor McKenzie : Edward The Hamster. BBC Radio4 from Craig Wilkinson on Vimeo.


Cominciano a divertirmi queste coincidenze di criceti e labirinti... ma, anche se mi rubano la libertà, conserverò come Edward la mia anima e userò la ruota solo quando voglio io!

giovedì 18 marzo 2010

Alice... in chains!

Poche meraviglie, ahimè... forse gli occhiali da sole a goccia 6D, stile Poncharello, dell'amico seduto dietro di me sono la cosa che mi ha fatto ridere di più. Anzi ho riso forte anche un'altra volta, vedendo il coniglietto svenire per due graffi, e il mio amico, sempre quello dietro, il birbante che tra l'altro è rimasto in mutande, mi ha bisbigliato all'orecchio dicendomi di fare piano, se no lo svegliavo, il coniglio ovviamente! Forse effettivamente si stava annoiando, in certi punti Tim è stato soporifero, poteva fare davvero di più con una bella storia come questa! Però lo ringrazio per avermi rincuorato dicendo che i migliori sono tutti matti. Pur non ambendo ad essere tra i migliori, mi autorizzo d'ora in poi ufficilamente ad utilizzare un nuovo nick: la_stupida sarà la_pazza, per questo e mille altri motivi! Ridatemi il cappello!
Tu hai idea del perchè un corvo assomigli a una scrivania?

mercoledì 17 marzo 2010

Thank's folks!!



Un bel bicchierino di questo è stato molto più utile di 10 antinfiammatori!!! Ringrazio tutti per l'assistenza, le premure e l'ottimo consiglio!!
Ne terrò sempre una bottiglia in casa, per quando serve... anestetizza e il dolore viene subito sostituito da una dolce idiozia!!!
Il cricetino sta rientrando... ma prima, se avete una ruota, una corsetta se la farebbe ancora volentieri!!

martedì 16 marzo 2010

Se ridi di nuovo dei miei singhiozzi, non ti ci porto più al cinema!

Anche se ho visto un giovane, immigrato in terra straniera, piangere d'emozione e poi abbracciarmi forte per non lasciarmi andare più, attualmente non mi viene in mente il nome di quella persona che potrebbe spingersi a nuoto da Calais a Dover, solo per rivedere la sua ragazza. 17 anni! Sì, forse è quell'età in cui per amore ci si strapperebbe anche i capelli, che dico? Si rischierebbe anche la morte! L'amore come unico motivo per cui vale la pena vivere e, si sa, tutto il resto è solo noia alla fine. Crescendo se ne scorderà anche lui? Probabile! O forse non è una questione d'età. Forse sono le sfide della vita, la clandestinità, l'incubo di un ingiusto sacchetto in testa e un destino complicato ad evitare l’annichilimento e le soluzioni comode.

C'è invece chi non ama lottare.

Così che un giorno, con infinita tristezza, girando tra le dita l'anello, mentre sta separandosi per sempre da lei, la guarderà ammettendo con imbarazzo di non aver avuto neanche l'ardire di attraversare il marciapiede... altro che la manica.

lunedì 15 marzo 2010

Le classiche



Ammetto che non sono le originali, anche la figura sul pacco è fintissima... ma sono buonissime lo stesso!
Che fai? Cambi supermercato adesso?

mercoledì 10 marzo 2010

Lynch, ti scrivo io il prossimo film!

Figlia di un intenso sovrastimolamento sensoriale, oh mia fervida immaginazione.
Allucinazioni e delirio da antibiotico?!

Il bravo ragazzo oggi ha suonato alla mia porta, vestito da esaltato. Mi fa anche un po' pena pensare al suo risveglio, quando tornerà a contatto con la realtà, dalla quale ormai sembra lontano anni luce.
Come un bambino viziato, frivolo e superficiale che vuole tutto senza pietà, fluttua nell’egoismo e nelle infinite bugie che fingo di non cogliere come tali, freddezza spietata, calcoli misteriosi e soprattutto estrema confusione tra fallo e cuore, diventati due organi incompatibili e incapaci di comunicare tra loro.
Nauseante il suo rapporto con il rispetto, chiederlo non dovrebbe essere dignitoso. Ma ricordiamoci di chi stiamo parlando!
E che dire a mia cugina, alla mia migliore amica che ne parlavano come di un angelo?! Anche nel loro immaginario si è sbriciolata quella sagoma, tenuta in piedi solo dalla fantasia e dall'ingenuità. Ci siamo dovuti ricredere! Tocca a me consolarle!
Per avermi fatto pensare, quando già ti divertivi altrove, che era colpa mia... bravo!
Tra gli inferi mi sono immolata per sentir chiudersi forte il cancello di uscita!
Già lo amo alla follia, il mio kamikaze compassionevole! Del resto io sono una cripta chiusa in un labirinto! Psicologi e cartomanti a braccetto... ma dei primi non mi sono mai fidata!!
A te l'orso che effetto fa? Io, con forti evidenze, sono pazza! @-;

lunedì 8 marzo 2010

Auguri sposini!!!


Un giorno pieno d'amore!! Le orecchie hanno ascoltato, gli occhi hanno visto, le promesse sussurrate dagli sposini sono un bisbiglio di felicità possibile, proprio quando il cuore gioiva e temeva contemporaneamente, per aver iniziato a non sentire e a vedere per quello che davvero è! Finestre spalancate all'aria fresca per questi che sono i migliori anni!
Che siate sempre così, belli ogni attimo della vostra vita!

giovedì 4 marzo 2010

Once sex could have been called love!



1 - LA scena! senza respiro...
2 - Consenzientemente maltrattata?
3 - Non ho sentito!

lunedì 1 marzo 2010

Se Italo Calvino non è il cugino di Franco Pelatino!

C'era un paese dove erano tutti ladri.
La notte ogni abitante usciva, coi grimaldelli e la lanterna cieca, e andava a
scassinare la casa di un vicino. Rincasava all'alba, carico, e trovata la casa
svaligiata.
E così tutti vivevano in concordia e senza danno, poiché l'uno rubava
all'altro, e questo a un altro ancora e così via, finché non si rubava a un
ultimo che rubava al primo. Il commercio in quel paese si praticava solo sotto
forma d'imbroglio e da parte di chi vendeva e da parte di chi comprava. Il
governo era un'associazione a delinquere ai danni dei sudditi, e i sudditi dal
canto loro badavano solo a frodare il governo. Così la vita proseguiva senza
inciampi, e non c'erano né ricchi né poveri.
Ora, non si sa come, accadde che nel paese di venisse a trovare un uomo
onesto. La notte, invece di uscirsene col sacco e la lanterna, stava in casa a
fumare e a leggere romanzi.
Venivano i ladri, vedevano la luce accesa e non salivano.
Questo fatto durò per un poco: poi bisognò fargli comprendere che se lui
voleva vivere senza far niente, non era una buona ragione per non lasciar fare
agli altri. Ogni notte che lui passava in casa, era una famiglia che non
mangiava l'indomani.
Di fronte a queste ragioni l'uomo onesto non poteva opporsi. Prese anche lui a
uscire la sera per tornare all'alba, ma a rubare non ci andava. Onesto era, non
c'era nulla da fare. Andava fino al ponte e stava a veder passare l'acqua
sotto. Tornava a casa, e la trovava svaligiata.
In meno di una settimana l'uomo onesto si trovò senza un soldo, senza di che
mangiare, con la casa vuota. Ma fin qui poco male, perché era colpa sua; il
guaio era che da questo suo modo di fare ne nasceva tutto un cambiamento.
Perché lui si faceva rubare tutto e intanto non rubava a nessuno; così c'era
sempre qualcuno che rincasando all'alba trovava la casa intatta: la casa che
avrebbe dovuto svaligiare lui. Fatto sta che dopo un poco quelli che non
venivano derubati si trovarono ad essere più ricchi degli altri e a non voler
più rubare. E, d'altronde, quelli che venivano per rubare in casa dell'uomo
onesto la trovarono sempre vuota; così diventavano poveri.
Intanto, quelli diventati ricchi presero l'abitudine anche loro di andare la
notte sul punte, a veder l'acqua che passava sotto. Questo aumentò lo
scompiglio, perché ci furono molti altri che diventarono ricchi e molti altri
che diventarono poveri.
Ora, i ricchi videro che ad andare la notte sul punte, dopo un po' sarebbero
diventati poveri. E pensarono: - Paghiamo dei poveri che vadano a rubare per
conto nostro -. Si fecero i contratti, furono stabiliti i salari, le
percentuali: naturalmente sempre ladri erano, e cercavano di ingannarsi gli uni
con gli altri. Ma, come succede, i ricchi diventavano sempre più ricchi e i
poveri sempre più poveri.
C'erano dei ricchi così ricchi da non avere più bisogno di rubare per
continuare a esser ricchi. Però se smettevano di rubare diventavano poveri
perché i poveri li derubavano. Allora pagarono i più poveri dei poveri per
difendere la roba loro dagli altri poveri, e così istituirono la polizia, e
costruirono le carceri.
In tal modo, già pochi anni dopo l'avvenimento dell'uomo onesto, non si
parlava più di rubare o di esser derubati ma solo di ricchi e poveri; eppure
erano sempre tutti ladri.
Di onesti c'è stato solo quel tale, ed era morto subito, di fame.

I.C.

tratto da
http://blublu.org/sito/blog/