sabato 29 ottobre 2011

La mia amica con la testa sott'acqua

Non mi piace vedere la gente la soffrire. Invece per 3 giorni di fila mi sono sentita come Alex di Arancia Meccanica, con gli occhi tenuti spalancati davanti all'orrore. Una terapia.
Ma le terapie curano. Questa no. Ogni volta mi è saltato il cuore in bocca, ascoltando il risveglio furioso di una donna scuoiata viva, assopita e conciliata con il suo dolore fino a poco prima. Una pietosa Gheddafi per voyeuristi. Ho sentito la vergogna di una donna che supplica il compromesso, che sentirà lo schifo su di sè, inghiottita dalla paura e già pentita di una richiesta che non la farà star meglio. Mi è sembrato di essere lì, accanto a lei, di capire ogni suo pensiero. Ma poi è volata via, come un palloncino senza nodo.
Ho fluttuato nell'acqua con l'uomo medusa, tentando di capire come si sta inghiottiti nel mare. Mi sono cresciute le branchie ma non riuscivo lo stesso a respirare!
Ho visto rotolar via la testa di un bambino, sentendomi davvero sollevata. La pazzia porta anche a questo. Il piccolo poteva essere una presenza inquietante, da intero. Senza pensieri, sta meglio!
Voglia di silenzio, ma soprattutto di urlare!

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