giovedì 4 agosto 2011

Il casale [sequel]

Dismesse le camicie aderenti e i pantaloni a zampa. Finiti anche i tempi dei baffoni alla Frank Zappa, i maggiolini e le chitarre sulla spalla.
Le prime cose che cambiano:
I chili addosso.
I passeggini.
I passatempi e i lavori.
Il colore dei capelli.
I segni in viso.
I fidanzati.

I fumi rimangono invece. E così la voglia di rivedersi.
La lunga tavolata estiva con le luci che corrono sopra la testa gioca all'idillio Mulino Bianco senza volergli seriamente somigliare.
Il prato del casale profuma di margherite recise.
La griglia fuma e le focacce pugliesi sembrano morbidi cuscini.
Le cartoline orrende di Pamela e Oriana fanno ridere anche il mio postino e la cassetta delle lettere.
I racconti saggi di Fabio e la sua ospitalità mi fanno venire quella voglia temporanea di campagna, ma tanto alla fine resto sempre in città.
La frangia che non si vedeva da un po' tutto sommato non è neanche diventata troppo seria, i leopardiani non ne parliamo, eterni fanciulli.
Fa un po' Virzì il revival, ma non c'è finzione in quel calamitico attaccamento dei tempi addietro!

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