giovedì 28 luglio 2011

Era un concerto che doveva andare male

Disteso come una sfinge, il piano. La coda aperta, specchio delle interiora della balena sonora, mi coinvolge in un viaggio ad occhi chiusi che non avevo immaginato. Mi scappano dei sorrisi, e qualche brivido.
Un'occhiata d'intesa, da lontano, perchè sono arrivata giusto in tempo per ascoltare quell'attimo. Che corsa.
Ma come funziona quel rapido passaggio dalla carta agli occhi, dagli occhi al cervello, dal cervello alle mani? Secondo me, pure una capatina al cuore ce la fa!
Ah sì, alla fine ha piovuto!

1 commento:

keith ha detto...

mmmmm