sabato 18 dicembre 2010

Quando il bambino era bambino... parte II

Quando il bambino era bambino, | se ne andava a braccia appese, | voleva che il ruscello fosse un fiume, | il fiume un torrente, | e questa pozza, il mare. || Quando il bambino era bambino, | non sapeva di essere un bambino, | per lui tutto aveva un'anima | e tutte le anime erano un tutt'uno. || Quando il bambino era bambino, | su niente aveva un'opinione, | non aveva abitudini, | sedeva spesso a gambe incrociate, | e di colpo sgusciava via, | aveva una vortice tra i capelli | e non faceva facce da fotografo.

Ecco cos'altro è Berlino. Berlino è una città che ha voglia di vivere e andare avanti. E non gli manca niente per farlo. Si sente l'energia pullulare nelle strade di Kreuzberg, un quartiere che avevo sentito nominare in un film adolescenziale e ambita meta di interrailer. Lo si vede nei locali che sono come te li sei sempre immaginato, qualche punk, musica ad alto volume e molte birrette.
Berlino è anche Tacheles, il centro sociale più grande che abbia mai visto, con artisti che lo occupano da sempre, che lì lavorano, espongono e vendono. Con un bar ad ogni piano, pronto a riscaldarti a Gluehwein. Con sculture dalle forme bizzarre e ricavate da materiali di scarto.
Berlino sono i mercatini di Natale e Zena che mi sgrida perchè giro da sola senza cellulare... dillo a mia madre, che ci ha rinunciato 13 anni fa.
Berlino è parlare in tedesco con e per tutti e sentirmi di nuovo a casa mia. E, se serve, anche in portoghese, spagnolo e inglese, che tanto c'è di tutto lì!
Berlino è Bratwurst a tutte le ore e comunque mangiare appena si può.
Berlino è Matthias, l'amico Erasmus di Silvia, un gigante bellissimo che ci ha portato in giro per la città, raccontandocene i segreti.
Berlino è il museo dei Tempi Moderni, dove, in una volta sola, ho visto un De Chirico, lo zio di Stefy, un Modigliani, qualche Picasso, Kandinskij, Klee, Mondrian, Kirchner, Kokoschka, tutto il Blaue Reiter e molti altri.
Berlino è Zena e la sua crew di genovesi, un po' stremati dal freddo ma con Zainetto che, stanchissimo anche lui, teneva alto l'umore di tutti. E la Giannone, guida umana per noi tutti ignorantoni!
Berlino è Silvy che non mi ha puntato le ginocchia sulla schiena di notte, che in un tratto di metro rischia la multa per colpa di disgraziate macchinette, e che mi ha fatto ridere tutto il viaggio anche in uno dei rientri più disastrosi da venerdì 17!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ahhh eccooo. Quel cazzo di centro sociale l'ho visto pur'ioooo. veramente sbubenapz!

la_stupida ha detto...

sìsìsìsìsì... sbubenapz è l'unico aggettivo che è venuto in mente anche a me quando l'ho visto!