lunedì 6 settembre 2010

Che può combinare una mela...

Me ne andavo tranquilla, guida alla mano per sembrare io una guida turistica. Uso la fantasia, quello che non so e che non c'è scritto, lo invento. Lo coloro un po', ci metto condimenti di passione. Cerco di non far mai capire che sto procedendo per tentativi, cerco di darmi un tono. Poi però capita sempre quel guastafeste che, a sua volta guida alla mano, decide di farti perdere credibilità e denuncia al mondo che stai mentendo, che stai interpretando in maniera errata il cammino.
Anvedi questo! Ah sì? Parte la sfida! Eh sì perchè lui crede di saperne di più di una banchiera marchigiana, ma non ha ancora capito con chi ha a che fare! Voleva mettere un refettorio dentro una chiesa buia... ma come si fa? La tregua sarà un pranzo, una serie di coincidenze che quasi penso mi conosca, anche se non lo dice. Eh già. Stesso spirito canzonatorio e "sferzante ironia". Una bella mattinata di risate ci ha fatto passare con il suo compagno di viaggio... beh visto che abbiamo anche qualche amico in comune, ha indovinato il mio nome e capisce le mie battute, sarà forse quel gemello separato alla nascita? Prima o poi mi copierà anche la storia del brucaliffo, di sicuro!
Ma le strade poi si separano, è come se anticipasse tutto di un po', saprò però da quel momento in poi di ogni suo spostamento. Invece noi, motorini sotto le chiappe e canzoni a squarciagola, si va a percorrere i sentieri dei Camini delle Fate, un paesaggio lunare, fatto di grotte scavate nella roccia, pietrificato e stregato come in una favola. La Cappadocia.
Ci saranno altri incontri, altre chiacchiere, gente di tutte le nazionalità e di tutte le età che avrà voglia di raccontarci la sua storia. Un tipo dal cuore buono, a cavallo con cane a seguito, che vorrà fare gara di volo senza paracadute, pronto a mettere in gioco la vita mia e la sua, un uomo di un'altra epoca che, in una foto sbiadita di fine anni '70, baciava una biondissima tedesca per le strade di Istanbul, il nostro amico Mattias, i dolcissimi Elena e Matteo, i francesi emblema di un silenzioso amore premuroso. Tutti i dipendenti del Sultan Hostel (che il mio nome significa mamma in turco), i noleggiatori di scooter ecc ecc... sono queste persone che hanno reso indimenticabile questa storia.

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