domenica 29 novembre 2009
Odi et amo
Sconosciuta
La_stupida
La scena numero 1 è andata così:
La sconosciuta: "amore mio", bacio sulla guancia della stupida. La sconosciuta di nuovo: "grazie amore mio", altro bacio, stessa modalità! Accende la sigaretta e se ne va!
Dopo tanto amore, scena numero 2:
Personaggi:
Venditore di rose
Cafone
La_stupida
Cliente del bar
Il Venditore di rose si avvicina con il suo mazzo al Cafone che, irritato molto più del dovuto, dice "Hai rotto i coglioni con 'ste rose - bestemmia - vattene via".
La_stupida, purtroppo per lui lì davanti, lo guarda male e risponde "Un po' di rispetto, è pur sempre una persona che lavora!"
Il Cafone, imbarazzato "eh sì però - bestemmia - è tutta la sera...". E se ne va.
Il Venditore di rose torna all'attacco, mandato stavolta dal Cliente del bar, seduto in un angolo in fondo. Il Venditore intimidito si volta verso il Cliente del bar per essere sicuro che sia il Cafone il destinatario delle rose che il Cliente del bar ha appena acquistato!!! Il Cafone sempre più imbarazzato, non sa più che fare e decide di comprare una rosa che porge alla stupida. La_stupida rifiuta la rosa del Cafone che è costretto a ripiegare su altro. Incredulo, deve anche accettare le tre rose che il saggio Cliente del bar aveva comprato per lui!! Così il Venditore di rose ha venduto 4 rose e il Cliente del bar ha dato una lezione di vita al Cafone! Speriamo se la ricordi, se no Babbo ci dovrai pensare tu! La_stupida si allontana più contenta!
mercoledì 25 novembre 2009
Mr. Babbo (prima parte)
Sto iniziando a scrivere la lettera a Babbo Natale per chiedergli di esaudire qualche desiderio. Ho un po' paura dell'espressione che farà quando la leggerà, perchè lui deve essere uno che sa tutto di te e di sicuro borbotterà che ho una bella faccia tosta, visto che nel 2009 non mi sono impegnata per niente e ho sprecato un sacco di tempo! Io che nelle mie bacheche ero riuscita sempre a collezionare un bellissimo ricordo per annata!
Ma BABBO!!! Capita a tutti, poi non darmi addosso anche tu! Io ho provato fino all’ultimo, ma di ultimo c’è solo il pensiero con cui ha chiuso una porta. E poi babbo, se proprio dobbiamo dirla tutta, ieri Cirri mi ha detto che tu sei un'invenzione della Coca-Cola e che sei frutto del consumismo. E allora babbo dovresti essere fiero di me che ho lasciato il nido materno e ho fatto girare l'economia con la mia nuova casetta, no babbo? Non possiamo considerarlo un obiettivo raggiunto nel 2009?
Ho fatto una richiesta stupida, no, non nella tua lettera, in un’altra situazione! Poi ieri ho capito che è stupido non poter correre e saltare sul divano per tuffarmi felice e sorridente nell’affetto! No babbo forse non ce l’avrei fatta, quanto avrei resistito a metà senza spensieratezza? In questo aveva ragione lui, l’aveva capito prima di me che il tutto è meglio del poco!
Babbo, tu invece l’hai capito quanto mi piace giocare, saltare, ballare?? È questo che mi devi portare! Intanto te li metto qui un paio di esempi per cui io sono la stupida, ok?
Va bè, babbo, vedrai che ti stupirò da qui a fine anno e sarai costretto ad esaudire tutte le mie richieste.
Ah, nella lettera chiederò anche che tu dimagrisca un po' che se no non entri più sulle lattine della schifo-cola!
venerdì 20 novembre 2009
L'importanza di sfogare il dolore!
Questa persona in una sera mi ha detto tante cose, alcune di sicuro le ho perse, difficile ricordare tutto. Mi ricordo però lo scossone che mi ha percorso, anche se non gliel’ho detto, quando mi spiegava che noi siamo cose, cose che fanno altre cose. Che vanno al lavoro in mezzo a cose, fanno cose e parlano con altre cose.
Forse era, tra tutto, il discorso meno cruciale ma, non so perchè, mi è scorsa una vita davanti, rincorsa da un desiderio di essere vissuta secondo natura!
Lui mi ha raccontato dell'Africa e degli africani, un bel popolo da guardare, insieme al suo splendido giardino, da dietro una finestra, indisturbati! Anzi magari lanciargli qualche consiglio ogni tanto, tipo: "non usare il preservativo", che è un po' come dare la patente a un cieco.
Mi ha raccontato anche di molti episodi, e mi ha spiegato che il razzismo è come il culo, vedi solo quello degli altri, il tuo no! Il razzismo è una brutta storia.
Quella stessa serata di chiacchiere seguiva ad una giornata strana. Quando mi sono svegliata sapevo che stavo per tornare ad una situazione consolidata che mi avrebbe tolto dalla testa complicate idee, ma dovevo prima passare dal via. Così è stato: voltate le spalle a quella porta, ho rindossato il sorriso e sono andata avanti per qualche ora. Solo a sera, salendo in macchina, ho lasciato sfogare i pensieri. Era stata una giornata difficile. Ed era stata difficile perchè non avevo avuto il tempo di parlare un attimo da sola con me stessa!
Ad ascoltare una fredda confessione prima di andare a dormire poi, mi sono riemerse di nuovo tante immagini, persone trascurate, persone allontanate, situazioni evitate... e il dolore di altri! Non lo guardavo mentre mi parlava, mentre sfogava la sua settimana, però capivo le sue parole sofferte ma dure, che avrei dovuto imparare a dire anch'io! Solo dopo ho capito di quanta poca sensibilità ci ho messo io in tutto questo e mi sono sentita piccola piccola! Non l'ho mai fatto con cattiveria, lo consideravo un ottimo compagno, molto affine, ma dimenticavo il cuore!
giovedì 19 novembre 2009
lunedì 16 novembre 2009
domenica 15 novembre 2009
Se Dio fosse nero, non lo cambierei!!!!
Ci sono il principe, il maestro, l'amico del mondo e tutti gli altri, con una bella storia da raccontare. Belli, bellissimi! A sinistra Yle mi si innamora del brasiliano, a destra c'è Sara che fai cuoricini per il batterista cubano! Io lancio baci al trombettista cubano che muove tutta la ciccia quando balla!
Arriva l'ecuadoreño con il flauto che si porta con sè la borsetta. "Avrà paura che qualche extracomunitario gliela freghi dietro le quinte" mi fa notare Ylenia... giusto per farvi capire che amicizie mi colorano le serate!!
Poi mi spiaccico sulla sedia, usando quello spazio tra me e i braccioli per muovere il sedere, i piedi fremono dalla voglia di sentire da nudi il contatto con le assi di legno che ho avuto la fortuna di saggiare altre volte. E invece sto lì con calzini e pure scarpe e cerco di stare buona. Finchè non ce la faccio e mi alzo, si alza tutta la platea, tutti i palchi di tutti gli ordini e anche il loggione. Sono tutti in piedi a ballare sulle note di un'orchestra con tanto di direttore! Sono quelli di Piazza Vittorio, vengono dal Senegal, dal Brasile, da Cuba, dagli Stati Uniti, dalla Tunisia, dall'Ecuador e da altri angoli di mondo! Solo l'India si è persa perchè l'Italia cafona non la voleva più!
Fa pure un po' ridere se un tunisino canta di aver accattat nu cammell, e mi fanno ridere perchè sono davvero bravi!!
giovedì 12 novembre 2009
Forse non sarei così male in quel ruolo...
È una bella scena, sincera come le sue risate, le nostre risate. Le sue confidenze e la nostra complicità, per farla sentire grande oggi, la mia piccoletta. È bella e fragile, ma piena di speranze va incontro alla vita con la spregiudicatezza di chi non sa cosa la attende.
Mi piace prendermi cura di lei, penso che ci riuscirò quando toccherà a me, e allo stesso tempo mi piace farmi seguire da lei, compagna di frivole iniziative, incuriosita dal mio essere adulta bambina che ancora gioca e scherza come lei, e non la sgrida quando sbaglia.
La rapisco una mattina presto e la trovo già pronta, zainetto in spalla, sorride. Ci facciamo avvolgere dalle correnti a volte bollenti, a volte gelate, ridendo del nostro essere così impacciate. Ma io sono la_stupida e mi posso permettere di non calcolare tutto, dimenticando la biancheria asciutta, fuggendo senza mutande e allungando di nuovo troppo i tempi con il telefono che già squilla rimproveri!
Ma lei che, arrampicandosi come una scimmietta al collo, mi ringrazia per questi momenti, non sa che significato ha avuto per me.
lunedì 9 novembre 2009
I miei ricordi, i miei muri...
Oggi i ragazzi dell’89 festeggiano i 20 anni dalla caduta di quel muro che aveva diviso una città, una nazione e l’intero mondo, fermo e chiuso in due grandi aree ideologiche. Rivedere le immagini di una generazione in lacrime, piena di speranze, abbattere un muro, è un’emozione toccante anche per me che non ricordo molto di quel novembre. Forse quei sogni non si sono avverati, umanizzare capitalismo e socialismo pare ancora impossibile, ma dividere le genti non è mai servito a niente!
Oggi penso che, anacronisticamente, Israele tiene lontana
Magari anche io sto edificando il mio muro, sempre più solido e invalicabile, ma preferisco il silenzio alle grida, ché la fragilità, la confusione e l'inganno hanno preso il sopravvento sull’impertinenza di una piccoletta che aveva addolcito i visi teutonici più duri. Oggi mi spaventa di più la fessura che lascia passare dall’altra parte, lo spiraglio attraverso cui entrare in contatto con l’esterno e allora cerco altro cemento perchè di là vedo ancora di me e di qua vedo ancora dell'altro, e non capisco perchè.
Nella mia tasca dei vaffanculo!
mercoledì 4 novembre 2009
My way
Di nuovo travolta da sensazioni forti che passano attraverso movimenti improvvisati in una stanza semibuia, dove l’unica cosa che mi si chiede è ballare pensando ad una situazione di costrizione. Io conosco questa sensazione e, diversamente da altri, io sento che l’ostacolo principale corre tra le sinapsi, le mie! E la costrizione mentale diventa anche fisica, di riflesso. Ma quando mi si chiede di seguire la musica, incanalo quello che fluttua nelle mie vene in espressioni corporee per esorcizzare i mostri.
Lo so fare anche da sola, a casa, davanti ad un quaderno bianco e una penna, lo so fare anche interpretando gli scritti, chè solo io so cosa mi passa per la testa. E se quello dovrà diventare “arte” universale, probabilmente non lo sarà. Come fa l’arte ad essere universale e senza tempo, se i protagonisti siamo sempre noi, fugaci e mutevoli, che creiamo un'opera? Io che un attimo credo e l’attimo dopo non voglio più. Morte e passione mi muovono, si alternano nel prevalere e danno frutti opposti, solo miei. Ma l’avrò fatto per me.
È un brivido di piacere che sento, questo è il mio modo migliore di comunicare.