Un pomeriggio con una piccola io, vanitosa quanto basta per la sua età, ma spontanea e semplice mentre la vedo correre su una nebulosa spiaggia irrorata da schizzi di mare e costellata da piccole, affascinanti meduse.
È una bella scena, sincera come le sue risate, le nostre risate. Le sue confidenze e la nostra complicità, per farla sentire grande oggi, la mia piccoletta. È bella e fragile, ma piena di speranze va incontro alla vita con la spregiudicatezza di chi non sa cosa la attende.
Mi piace prendermi cura di lei, penso che ci riuscirò quando toccherà a me, e allo stesso tempo mi piace farmi seguire da lei, compagna di frivole iniziative, incuriosita dal mio essere adulta bambina che ancora gioca e scherza come lei, e non la sgrida quando sbaglia.
La rapisco una mattina presto e la trovo già pronta, zainetto in spalla, sorride. Ci facciamo avvolgere dalle correnti a volte bollenti, a volte gelate, ridendo del nostro essere così impacciate. Ma io sono la_stupida e mi posso permettere di non calcolare tutto, dimenticando la biancheria asciutta, fuggendo senza mutande e allungando di nuovo troppo i tempi con il telefono che già squilla rimproveri!
Ma lei che, arrampicandosi come una scimmietta al collo, mi ringrazia per questi momenti, non sa che significato ha avuto per me.
2 commenti:
sei una perla rara in un mare di banali e noiose marionette..... fortunato chi avrà in dono il tuo cuore!!!!
invece ti dirò, a volte è meglio essere un anonimo signore e basta (cit.), come te!
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