Ho scoperto che della zucca non si butta via niente.
Le nonne di Tommi e Carmelo dicono che le zucche sono cibo per maiali. Io invece li ho convinti che come la fai, la fai, la zucca è tutta buona.
Divertente la rete da ping pong portatile, da lacrime il dvd PJ20, elegante il decanter, troppo stretti i jeans, caldo il cappellino, maneggevole lo shaker. Sì... ma il regalo più utile che abbia mai fatto, sembra sia il libro di cucina del futuro. Il libro degli scarti in cucina, dei consigli per un impatto [quasi] zero!
Fino ad oggi ne sono venute fuori ottime chips con bucce di patate, caramelle di scorze d'arancio e cioccolato, e tutto l'immaginabile con la cucurbitacea appunto.
La mia zucchetta viene da coltivatori bio. Me l'ha portata Sabri. Ne abbiamo fatto una vellutata morbida. Pare sia piaciuta anche a Paolo.
Poi con il resto è appena stata sfornata la parmigiana di bucce di carote e di zucche, dai filamenti sono venute croccanti decorazioni e i semi sono diventati becche. Adesso però mi tocca andare allo stadio!!
venerdì 27 gennaio 2012
domenica 22 gennaio 2012
Il Dio del mondo è un cuoco
Fine estate, estate quasi che sgocciola.
Ci mettiamo in macchina per star dietro agli ultimi raggi di sole. Lo specchietto laterale sinistro non ne vuole sapere di rimanere al suo posto. Alla fine smettiamo di combatterci, tanto gli Appennini sono già alle nostre spalle.
Durante la sosta, il juke box suona i nostri Pink Floyd. Ci guardano tutti.
Abbiamo scelto le meta per caso. Non sappiamo quasi niente, se non che c'è un parco naturale da visitare e che in Toscana c'è molto da bere e da mangiare, come piace a noi.
Il clima è da estate appena iniziata, caldo senza afa.
Acapulco ci pare subito un nome abbastanza esotico per due avventurieri in cerca di pace e benessere. Rimangono solo un paio di camper e una tenda, la nostra, con tanto di verandina per colazione a domicilio.
Da Quechua a spiaggia contiamo 60 passi. Ci abbraccia e ci accoglie l'ultimo sole della giornata, inchinandosi in un tramonto sul mare. Poche persone anche lì e non aspettiamo per tuffarci in quel mare che diventa rosso. Il Tirreno. L'Argentario, l'isola del Giglio di fronte a noi.
Ecco le ricette di questo Dio. Acque cristalline, calette a baie di cui non rivelerò il nome. I pesciolini che mordicchiano le caviglie. Discese ripide fino a piccoli paradisi terrestri. Capannine inventate con i tronchi lasciati in spiaggia da qualche mareggiata, vere e proprie abitazioni per turisti ma soprattutto per la gente del posto. Turisti ormai non ce ne sono più. Un viaggio fortunato questo.
Le reti al sole e i pescherecci in alto mare... direbbe Ivan.
E il mare visto dall'altopiano si incrocia con le acque del fiume che tenta di addolcirlo un po'. Quel fiume, che percorriamo in canoa, ci racconta la storia di quelle terre un tempo paludose, ora gioiellini della natura.
Adesso, che ci fa una nave piegata lì davanti? A che serviva quell'inchino poi?
Doveva essere la meta di una fuga segreta di ogni fine estate. Bistecche e pesci alla griglia, vini di tutti i colori ci avrebbero stordito la sera. Passeggiate tra specie mai viste prima, avventure di sentieri nascosti.
Che ne sarà di tutto questo?
Salvati i passeggeri, che faremo con la carcassa? Che tracce lascerà quel mostro marino?
Chiedi scusa amministratore delegato dei miei stivali, chiedi scusa e non abbandonare il tuo capitano, un colpevole capro espiatorio della tua stessa vanità.
In questi casi nessuno paga mai abbastanza, nè per le vite, nè per il mondo.
Ci mettiamo in macchina per star dietro agli ultimi raggi di sole. Lo specchietto laterale sinistro non ne vuole sapere di rimanere al suo posto. Alla fine smettiamo di combatterci, tanto gli Appennini sono già alle nostre spalle.
Durante la sosta, il juke box suona i nostri Pink Floyd. Ci guardano tutti.
Abbiamo scelto le meta per caso. Non sappiamo quasi niente, se non che c'è un parco naturale da visitare e che in Toscana c'è molto da bere e da mangiare, come piace a noi.
Il clima è da estate appena iniziata, caldo senza afa.
Acapulco ci pare subito un nome abbastanza esotico per due avventurieri in cerca di pace e benessere. Rimangono solo un paio di camper e una tenda, la nostra, con tanto di verandina per colazione a domicilio.
Da Quechua a spiaggia contiamo 60 passi. Ci abbraccia e ci accoglie l'ultimo sole della giornata, inchinandosi in un tramonto sul mare. Poche persone anche lì e non aspettiamo per tuffarci in quel mare che diventa rosso. Il Tirreno. L'Argentario, l'isola del Giglio di fronte a noi.
Ecco le ricette di questo Dio. Acque cristalline, calette a baie di cui non rivelerò il nome. I pesciolini che mordicchiano le caviglie. Discese ripide fino a piccoli paradisi terrestri. Capannine inventate con i tronchi lasciati in spiaggia da qualche mareggiata, vere e proprie abitazioni per turisti ma soprattutto per la gente del posto. Turisti ormai non ce ne sono più. Un viaggio fortunato questo.
Le reti al sole e i pescherecci in alto mare... direbbe Ivan.
E il mare visto dall'altopiano si incrocia con le acque del fiume che tenta di addolcirlo un po'. Quel fiume, che percorriamo in canoa, ci racconta la storia di quelle terre un tempo paludose, ora gioiellini della natura.
Adesso, che ci fa una nave piegata lì davanti? A che serviva quell'inchino poi?
Doveva essere la meta di una fuga segreta di ogni fine estate. Bistecche e pesci alla griglia, vini di tutti i colori ci avrebbero stordito la sera. Passeggiate tra specie mai viste prima, avventure di sentieri nascosti.
Che ne sarà di tutto questo?
Salvati i passeggeri, che faremo con la carcassa? Che tracce lascerà quel mostro marino?
Chiedi scusa amministratore delegato dei miei stivali, chiedi scusa e non abbandonare il tuo capitano, un colpevole capro espiatorio della tua stessa vanità.
In questi casi nessuno paga mai abbastanza, nè per le vite, nè per il mondo.
Ci vieni alla Cupa dopo?
Tornare a scrivere dopo un mese per raccontare di questo non è carino.
Ho omesso le esperienze, i viaggi familiari, i lavori, i disegni.
Però questo mi fa ridere. Mi faccio ridere io.
Essere vestiti nel modo meno consono per un posto così. Rivedere quelle lettere colorate di nero, rosso e blu. Ricordare quel bancone e gli incontri. La scaletta che sai a memoria, le prime volte che hai pogato e, quando sei caduta, qualche ragazzo gentile ti ha aiutato ad alzarti. La giacca in macchina, la puzza di fumo nei capelli. I bagni con i rubinetti nascosti.
La tequila. L'alba che fa chiusura.
Oggi ci sono tornata da marziano, ma la musica è quella che si ballava 10 anni fa!
Torno per lui, che per me è un amico, mi diverte per le sue battute idiote. Danco, ottimo gobbo, suggerisce tutte le parole, ma l'olocausto di tutti poeti se lo ricordano tutti. C'è emozione nel suo abbraccio. Chissà come finirà quella storia.
Roby torna indietro per dirgli che c'è una festa che secondo lei gli piacerebbe. No, non ho detto Cuba. Va bè, lascia stare, poi ci tocca riaccompagnarlo.
Torno per sentire quei Buon Appetito nel bis che ho augurato e che adesso mi fanno sorridere. Sono cresciuta Giuse'... ma tu torna presto a trovarci.
Ho omesso le esperienze, i viaggi familiari, i lavori, i disegni.
Però questo mi fa ridere. Mi faccio ridere io.
Essere vestiti nel modo meno consono per un posto così. Rivedere quelle lettere colorate di nero, rosso e blu. Ricordare quel bancone e gli incontri. La scaletta che sai a memoria, le prime volte che hai pogato e, quando sei caduta, qualche ragazzo gentile ti ha aiutato ad alzarti. La giacca in macchina, la puzza di fumo nei capelli. I bagni con i rubinetti nascosti.
La tequila. L'alba che fa chiusura.
Oggi ci sono tornata da marziano, ma la musica è quella che si ballava 10 anni fa!
Torno per lui, che per me è un amico, mi diverte per le sue battute idiote. Danco, ottimo gobbo, suggerisce tutte le parole, ma l'olocausto di tutti poeti se lo ricordano tutti. C'è emozione nel suo abbraccio. Chissà come finirà quella storia.
Roby torna indietro per dirgli che c'è una festa che secondo lei gli piacerebbe. No, non ho detto Cuba. Va bè, lascia stare, poi ci tocca riaccompagnarlo.
Torno per sentire quei Buon Appetito nel bis che ho augurato e che adesso mi fanno sorridere. Sono cresciuta Giuse'... ma tu torna presto a trovarci.
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