lunedì 30 agosto 2010

Sono quasi sicura di aver visto il brucaliffo!

Il famoso profumo del tabacco alla mela delle vie di Istanbul è una soffice nuvoletta che avvolge i nostri momenti di pausa. Mi piace prendere le abitudini del posto, soprattutto se son vizi e stravizi. Qui lo fanno tutti, uomini e donne, con e senza velo, che tante ce ne sono di tutti i tipi.
Alla fine, anche chi si illude di essere un viaggiatore, si concede spazi da turista, magari cercando di somigliare ai local, e di andare nei posti frequentati dai local.
Quindi il narghilè è tra le prime esperienze: inspirare dolcemente quel sapore delicato per poi sbuffare sui cuscini, dispensando indicazioni sui percorsi da seguire. Manco fossi blu e con mille piedi.
Poi il caffè turco, difficile da accettare al primo sorso, ma poi diventa un piacevole liquido denso. Ruoto la tazzina ogni volta che lo finisco, per interpretare qualcosa tra quei calanchi disegnati dal caffè, ma ci leggo solo che ho ancora strada da fare.
E poi cercavo lui, quasi affranta nelle ore finali del viaggio, perchè stavo partendo senza averlo trovato.
Ma il caso ha voluto, quando ormai non ci speravo più, che fosse il mio ultimo regalo: una musica, mi volto. Lo vedo, con il suo mantello nero, salire sul pulpito a testa bassa, dimesso. Apre le braccia e scopre il candido bianco della veste, mani incrociate sul petto, aspetta la nota giusta. Scendono le braccia per risalire larghe sopra la testa e inizia questa vorticosa danza, il derviscio inizia a girare su se stesso con una ruota di gonna che farebbe invidia alla più vanitosa delle bambine. La musica stordisce e incanta, il movimento ti strega per portarti momentaneamente in un'altra dimensione. Chiudo solo un attimo gli occhi e la testa gira più a me che a lui. Danzare ha sempre qualcosa di magico!

domenica 29 agosto 2010

Non fanno zzzzzz

Mi sa che avevo capito male. Non sono quegli insetti fastidiosi, c'è una ee! Ah ecco.
Mai stata prima in un Paese musulmano, mai ascoltato la voce megafonata e ipnotica di un muezzin. Solo al Tg, quando Lilli girava per il mondo. Non so cosa ci sia dentro, che fanno lì.
Tutto quello che uno si immagina, prima o poi fa i conti con la realtà. Arriva anche per me il momento. Non mi pare ci sia aria di cospirazione, c'è molta tranquillità, e qualche spiraglio di fresco, rifugio dal caldo afoso della città.
Ricordo, di quelle mastodontiche figure, solo il silenzio, la morbidezza dei tappeti su cui i piedi nudi camminano con rispetto.
Non ci sono fila di banchi, mi siedo per terra, in ginocchio, gambe piegate o allungate... solo che devo coprire le spalle! Poco male, sembrerò una madonnina bruna. Mi piace. Ci sono vetri colorati e corone di luce che quasi sfiorano le teste, non la mia, ma di quelli più alti sì.
Qualcuno prega, in disparte, mi estraneo e mi lascio assorbire da quella misticità che non mi appartiene. Il silenzio scandisce i minuti. Gli altri fedeli sono per strada, in ginocchio, è il mese del digiuno e non ci stano tutti dentro, ma i corridoi dei bazar diventano altrettanto sacri in questi momenti, dove tutto si ferma.

venerdì 27 agosto 2010

Come Alice in quel paese

Mentre siedo sul sedile marchiato fs, le pupille sbattono impazzite, attente a non perdere i dettagli che la velocità, decisa dal tipo della prima carrozza, vuol far scappare. Dentro, mi sento ordinata come un cimitero bianco.
Ecco, ho letto che la gente si addormenta in aereo prima del decollo per esorcizzare la paura. Io mi addormento quasi sempre, ma volare è un'abitudine che mia madre, isolana, mi ha inculcato a 20 giorni dalla mia nascita. Non credo di aver paura. Una volta preso il mio posto, mi allineo come le lapidi, e mi rilasso. Sì, direi che è più questo il motivo.
Devo sbarcare in questa terra in cui sventolano una luna e una stella su un drappo cruento, quella terra abitata da gente che emigra in Germania. Già, io i turchi, quelli dei detti "mamma li turchi" e "fumi come un turco", li avevo conosciuti mentre facevo il militare, ed erano quelli che rinomatamente andavano in giro ad attaccar briga. E anche quelli che mi hanno fatto assaggiare il primo Kebab. Mi sono ricreduta ancora prima di scendere dalla scaletta! Splendidi, gentili e divertentissimi questi ottomani!
Ci accoglie il tramonto sul Bosforo, visto da un traghetto, una luce rosa su uno skyline irreale, fatto di appuntiti minareti, tondissime cupole e svettanti grattacieli. E il panino col pesce, grigliato su un barcone instabile. Uno degli inizi migliori che ci si poteva aspettare, per una vacanza che ha superato ogni aspettativa, un susseguirsi di eventi fortunati, sonore risate, coincidenze e conoscenze. Mi ero dimenticata quanto mi piacesse viaggiare, trovare posti che gli occhi non riconoscono, che non assomigliano a niente di noto, l'emozione delle novità da toccare, sentire, ascoltare. Ricordi anche tu quella luce negli occhi? È arrivata la catarsi, una necessaria evasione, un completo liberarsi di pensieri, l'estraniamento dai bisogni. Mi rigenero nel corpo e nello spirito!
Me lo diceva Marchì che me movo bè!

sabato 14 agosto 2010

È tempo di ricominciare...

Ci sono due personaggi, che poi qualcuno dice siano una cosa unica.
Ci sono il bambino e l'adulto. Il primo vuole solo ridere, scherzare, prendersi poco sul serio, spontaneo, non ama routine e convenzioni. Adora ballare. Stupido. Il secondo è serio e razionale, ama la solitudine e la riflessione, passa ore a crucciarsi su quello che va alla rovescia. Ama ascoltare le canzoni tristi.
Quale preferisci.

venerdì 13 agosto 2010

Il dosso

L'unico desiderio è morire dopo un pensiero buono, dopo aver detto qualcosa di bello a qualcuno, lasciando dietro di me un profumo alle rose.

Sentieri

lunedì 9 agosto 2010

Appena te ne vai, olocausto di tutti i poeti

Nessuno ha creduto che Totti stesse salutando proprio me quel giorno allo stadio.
Nessuno crederà, anche io a dire il vero qualche dubbio ce l'ho, a questa storia appena successa, ma io ne porto addosso ancora gli odori.
Non so se l'immagine di una ballerina ha intrigato quella mente già alterata dal rum, ma me lo sono trovata vicina, mentre intorno si faceva vuoto. Lui che esce dagli schermi di youtube e dalle copertine dei miei CD consumati per il troppo ascolto e si fa carne (poca) e ossa.
Rimaniamo noi due e un solo due ruote, mette il cappuccio della felpa come casco e cavalchiamo l'asfalto. Ha
sempre avuto paura di moto e motorini, però adesso lo sento ridere. Io fingo che sia una situazione normale, ma mi vergogno un po' e mento per quella che invece è la mia di paura.
A destinazione, veniamo subito accerchiati, ma lui non si sposta da dove è seduto, dietro di me, e si fa di nuovo vuoto. Poi mi rilasso, penso che saprò cavarmela.
Il suo viso, con quegli occhi piccoli, appoggiato sulla mia spalla, potevo vederlo solo dallo specchietto. Le sue braccia e le sue gambe avvinghiate mentre io reggevo me, lui e il motorino.
Mi parlava e raccontava, condendo tutto con quel senso dell'umorismo che, come dice Michela, è molto simile al mio. Quelle battute idiote che pensavo piacessero solo a me. Cantiamo Battisti, ma lui stona più di me. Poi si accorge che ho detto una bugia, non può essere minorenne una ragazza che canta Sergio Endrigo. Infatti no, confesso e questa canzone ci piace tanto a tutti e due.
Però è bello prendersi così poco sul serio, forse avrebbe bisogno di un'organizzatrice più brava, l'hotel Rosa non gli fa onore, le sue barzellette possono essere migliorate, le traduzioni in spagnolo non sono esatte. Io gli confesso che qualcuno lo ha paragonato a Biagio Antonacci, ma come? anche sua madre???
Caro Dente, vorrei essere la tua gengiva per tutta la vita, ma qui il cielo si fa chiaro, è mattina e io non posso restare. Scendi dal mio destriero, fossi stata più lucida, forse ti avrei rapito! Ma sto bene così e la 314 non è stanza per me!
Porto con me il tuo ciuffo, la scaletta rubata e poi autografata, ché Danco mi ha insegnato l'importanza del feticcio, e la sensazione che allora mi emoziono ancora! Torna presto!

venerdì 6 agosto 2010

Capolavoro

Esisto un po' di più

Un attimo, è stato un attimo vedere tutte quelle immagini scorrere in una slide impazzita. Mi sono vista come un rettangolo nero, bellissima sotto una coperta che nasconde fianchi e un sedere da mordere. Mi sono vista felice, sorridente, contenta per mille, semplici, piccole cose. Ho sentito un profumo, i polpastrelli hanno sfiorato. Sono stata una papera in riva al mare. Sono stata la grazia.
Il respiro mi ha abbandonato perchè quelle bellissime parole sussurrate, che cercano di ravvivare la luce, hanno trovato solo una candela fioca che non riesco a far brillare, anche se è tutto così vicino.
Mi rimane quel profumo di serenità che non lascia spazio neanche al più gentile dei raggi di sole!

giovedì 5 agosto 2010