Sandro Pertini diceva che i giovani hanno bisogno di buoni esempi, non di sermoni. Napolitano invece parla di rigore.. che in Italia se non si parla di pallone, non si è mai contenti!!
Io per fortuna non rientro nella categoria di chi deve prostrarsi al rigore. Sono già adulta.
Ma è un po' come quando sei piccolo, a volte fa comodo ammetterlo, altre volte ti rifiuti di considerarti ancora tale.
Io mi sono laureata, con tanto di lode, quasi 8 anni fa. Parlo 5 lingue, ho studiato un anno in Germania, quando ancora ero minorenne, ho frequentato parzialmente l'università in Spagna e ho continuato a vivere lì lavorando. Ho passato 3 mesi in una missione dentro una favela brasiliana, appena finiti gli studi perché poi, metti che trovo lavoro...
Io sono stata molto fortunata. Ho lavoricchiato sempre. Ho iniziato, come molti, con le ripetizioni e il volantinaggio, sono stata interprete e hostess nelle fiere, ho confezionato pacchetti a Natale, ho consegnato centinaia di questionari ISTAT quando il censimento si "faceva a mano", ho risposto a milioni di telefonate di turisti pronti ad imbarcarsi su una nave. E fortuna le 150 ore all'università che mi permettevano qualche sfizio! Esperienze che non ho schifito, ma che anzi ho considerato fondamentali. Ho imparato a parlare con le persone, a risolvere problemi, a organizzarmi, a conoscere i miei doveri e i miei diritti.
Io non sono più giovane, almeno non nel senso stretto della parola, perché i giovani li immagino con molta più energia e visioni, con la voglia di vagabondare curiosi per il mondo, di fare tardi anzi tardissimo la sera e alzarsi altrettanto tardi la mattina, di innamorarsi tutti i giorni di una persona diversa. Hanno il futuro davanti e mille porte da aprire. Io invece continuo a viaggiare, ma al massimo dopo due settimane torno a casa. Preferisco vivere il giorno e non la notte, anche se ogni tanto mi capitano serate in cui è difficile andare a dormire. E voglio dormire sempre con la stessa persona. Seleziono e alcune porte non mi interessano più, pur rimanendo pronta a lasciarmi sorprendere.
Nonostante io non sia più giovane, ho un contratto di lavoro da giovanissimo, e so che non cambierà per un bel po'. E questo perché dopo tanti lavoretti, sono stata choosy al contrario io, che ho lasciato un contratto sicuro perché mi piaceva dedicarmi ad altro. Oggi faccio un lavoro che amo molto, mi fa svegliare contenta la mattina, con tanta voglia di creare, immaginare... ma il rovescio della medaglia si chiama precariato, poche garanzie, stipendio che si scorda i titoli di studio, e mamma che mi guarda sconsolata, perché mi vedeva, secchiona fin da piccola, seduta un giorno al parlamento europeo. Ho scelto, ho scelto la cultura e mi sento fortunata per questo. Ma i primi tagli del governo sono sempre per noi!! Che fortuna!
E, sempre perché non sento più le esigenze di un giovane, aspetto il momento migliore per dire: sono abbastanza "a posto" per una mia famiglia!
Cara Forni, ci sono molti giovani coraggiosi, ne conosco di preparatissimi e pronti a lanciarsi in un mondo che però non esiste, né da dentro, né da fuori!
venerdì 26 ottobre 2012
lunedì 22 ottobre 2012
Alla fattoria
C'è l'uomo gigante delle bufale in questo paese per bimbi grandi.
Il pranzo è stato abbondante, il vino era buono, il cibo era sano. Il cameriere mi ha regalato un melograno. Peccato che farà una brutta ma dolce fine dentro la mia centrifuga. Com'era quella citazione sul succo di melograno?
L'uomo delle bufale dice che i Trionfi sono il miglior esempio del km 0. Allevano e coltivano, lavorano e trasformano, cucinano e servono tutto nell'arco di 800 metri. Si producono anche l'energia da soli e riescono pure a rivenderla. Mentre lo dice, la bufala sguazza nel fango per rinfrescarsi. Sa, è la mia prima volta... con un bufalo a pochi centimetri. Lui la prende a pacche sul dorso, non ha paura.
No no, tranquillo, neanche io! Non posso fare figuracce. Abbiamo portato i nostri amici in gita!
Da questi bestioni esce un delizioso latte, che poi può diventare yogurt, mozzarella, formaggio, stracciatella... di cui una sacchettata, non so perché, finisce in macchina mia! Alcune di loro invece diventano bistecche.
Ci sono le vacche gravide, ansimanti e stese su un fianco. Sono gonfissime. Mi sa che un vitellino pesa!
Pochi metri più in là, le oche starnazzano e le galline paffute annuiscono, ma io ho un dialogo diretto con il mio amico tacchino. Ad un certo punto, non si sa più se sono io che imito lui o lui me. Ma l'importante sono i concetti.
La capretta mangia dalle mie mani, il pony mangia dalle mani della carpetta. I cavalli neanche ci guardano.
Ci sono anche campi coltivati, grano, legumi, ortaggi. Scusi, ma questa storia della canapa? No scusi, solo per vedere la piantagione!
Il pranzo è stato abbondante, il vino era buono, il cibo era sano. Il cameriere mi ha regalato un melograno. Peccato che farà una brutta ma dolce fine dentro la mia centrifuga. Com'era quella citazione sul succo di melograno?
L'uomo delle bufale dice che i Trionfi sono il miglior esempio del km 0. Allevano e coltivano, lavorano e trasformano, cucinano e servono tutto nell'arco di 800 metri. Si producono anche l'energia da soli e riescono pure a rivenderla. Mentre lo dice, la bufala sguazza nel fango per rinfrescarsi. Sa, è la mia prima volta... con un bufalo a pochi centimetri. Lui la prende a pacche sul dorso, non ha paura.
No no, tranquillo, neanche io! Non posso fare figuracce. Abbiamo portato i nostri amici in gita!
Da questi bestioni esce un delizioso latte, che poi può diventare yogurt, mozzarella, formaggio, stracciatella... di cui una sacchettata, non so perché, finisce in macchina mia! Alcune di loro invece diventano bistecche.
Ci sono le vacche gravide, ansimanti e stese su un fianco. Sono gonfissime. Mi sa che un vitellino pesa!
Pochi metri più in là, le oche starnazzano e le galline paffute annuiscono, ma io ho un dialogo diretto con il mio amico tacchino. Ad un certo punto, non si sa più se sono io che imito lui o lui me. Ma l'importante sono i concetti.
La capretta mangia dalle mie mani, il pony mangia dalle mani della carpetta. I cavalli neanche ci guardano.
Ci sono anche campi coltivati, grano, legumi, ortaggi. Scusi, ma questa storia della canapa? No scusi, solo per vedere la piantagione!
giovedì 18 ottobre 2012
Quando l'occhio non vuole la sua parte
Al buio, alla fine, siamo tutti uguali. Ti puoi formalizzare nella sala d'aspetto, guardandoti con rispetto e riverenza.
Ma poi dentro no. Puoi mangiare con le mani davanti al presidente di qualcosa, mentre lui probabilmente sta facendo altrettanto! Ti lasci suggerire i sapori dal vicino di piatto e giochi a indovinare la forma del plastico che ti hanno messo sotto le mani. La bicicletta era davvero troppo difficile!
Non vedenti per una serata, ma alla fine, la musica concede il lento e piacevole risveglio. Non a tutti!
Ma poi dentro no. Puoi mangiare con le mani davanti al presidente di qualcosa, mentre lui probabilmente sta facendo altrettanto! Ti lasci suggerire i sapori dal vicino di piatto e giochi a indovinare la forma del plastico che ti hanno messo sotto le mani. La bicicletta era davvero troppo difficile!
Non vedenti per una serata, ma alla fine, la musica concede il lento e piacevole risveglio. Non a tutti!
giovedì 4 ottobre 2012
Ti regalo tempo e emozioni!
Niente regali, solo sorprese.
Non so cosa mi succederà, trovo indizi sparsi per casa. Prima di tutto, prendersi un giorno di ferie!
Mare o montagna? Costume o scarponcini? Il cappellino, fondamentale. E poi e poi e poi?
Il cestino da picnic! Ne ho uno di quelli veri, di paglia intrecciata. E che ci metto e che ci metto e che ci metto? Il classico pranzo da picnic: insalata di riso e cotolette fritte.
Aggiungo tortine alla pesca, cotte in gran segreto dentro vaschette monoporzione. Tovaglietta a scacchi rossa, piatti e posate gialle. Giostyle anni '80 per portarsi dietro 2 litri di acqua.
E adesso e adesso e adesso?
Esco a comprare i cornetti, il succo alla pera e apparecchio in gran stile aspettando il risveglio! Primo errore! Non ho letto bene l'indizio, ma niente è perduto, è una promessa!
Mi ritrovo con la maschera a esplorare fondali da cartoline, a cullarmi sotto il sole, a guardare la costa da lontano e a frustare le onde, ma il capitano è uno solo!
Allo sbarco, la promessa è già mantenuta, si gira l'angolo e
si finisce a filetti di tonno e clandestino, e da una torre a guardare il futuro.
Non so cosa mi succederà, trovo indizi sparsi per casa. Prima di tutto, prendersi un giorno di ferie!
Mare o montagna? Costume o scarponcini? Il cappellino, fondamentale. E poi e poi e poi?
Il cestino da picnic! Ne ho uno di quelli veri, di paglia intrecciata. E che ci metto e che ci metto e che ci metto? Il classico pranzo da picnic: insalata di riso e cotolette fritte.
Aggiungo tortine alla pesca, cotte in gran segreto dentro vaschette monoporzione. Tovaglietta a scacchi rossa, piatti e posate gialle. Giostyle anni '80 per portarsi dietro 2 litri di acqua.
E adesso e adesso e adesso?
Esco a comprare i cornetti, il succo alla pera e apparecchio in gran stile aspettando il risveglio! Primo errore! Non ho letto bene l'indizio, ma niente è perduto, è una promessa!
Mi ritrovo con la maschera a esplorare fondali da cartoline, a cullarmi sotto il sole, a guardare la costa da lontano e a frustare le onde, ma il capitano è uno solo!
Allo sbarco, la promessa è già mantenuta, si gira l'angolo e
si finisce a filetti di tonno e clandestino, e da una torre a guardare il futuro.
mercoledì 3 ottobre 2012
Una notte d'a-mare
Naufraghi e profughi per una notte in mezzo al mare e in mezzo al mare di niente.
Il buio è rischiarato dalla luna, ma tutta quella luce oscura gli anelati fari di una barca amica.
Si solcano le acque, stipati gli uni agli altri, cercando un appoggio per la testa, cercando calore all'umidità della notte, cercando sollievo allo stomaco in subbuglio.
La salsedine schiaffeggia di tanto in tanto la barca e te, le ossa fanno male, la paura di non essere in buone mani, di non arrivare salvi, di un uomo in mare cresce.
10 minuti da fuggiasco, ho provato a immaginare. Ma questa è più che altro un'avventura. Quella paura non si può inventarla o romanzarla.
Allora scendo in coperta, per riaprire gli occhi davanti alle perle dell'Adriatico.
Il buio è rischiarato dalla luna, ma tutta quella luce oscura gli anelati fari di una barca amica.
Si solcano le acque, stipati gli uni agli altri, cercando un appoggio per la testa, cercando calore all'umidità della notte, cercando sollievo allo stomaco in subbuglio.
La salsedine schiaffeggia di tanto in tanto la barca e te, le ossa fanno male, la paura di non essere in buone mani, di non arrivare salvi, di un uomo in mare cresce.
10 minuti da fuggiasco, ho provato a immaginare. Ma questa è più che altro un'avventura. Quella paura non si può inventarla o romanzarla.
Allora scendo in coperta, per riaprire gli occhi davanti alle perle dell'Adriatico.
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