Ecco il progetto di Stefano, nato dal concetto di dualismo nell’uomo. La dicotomia tra il buono e il cattivo, tra l’essere triste e la spensieratezza, tra l’adulto e il fanciullino. Imparare a convivere con le incoerenze della nostra persona, può aiutare ad accettarci nel nostro essere difettosamente umani.
Il Pupo, contemporaneamente vecchio e nuovo, è un uomo distinto, anche dentro casa, il luogo familiare per eccellenza, in cui si muove felino con le sue pantofole silenziose, con la sua calda giacca di flanella, la camicia inamidata, il cilindro sulla testa e i pantaloni con il risvolto. Un nonno come tanti, di poche parole ma di sguardi consumati nelle esperienze vissute, nell’amore dei cari, nei ricordi di un’esistenza intensa. Non si contraddice ma vive in maniera dualistica la sua vita; si alternano in lui il saggio, seduto e silente, e il fanciullo, sorridente e fremente per l’avventuroso tuffo, come componenti della personalità che convivono, ove più ove meno, nell’anima di tutti gli esseri umani, adulti compresi.
A seconda della prospettiva da cui lo si guarda, in maniera geniale, mostra l’espressione consumata del vecchio o la sfacciata gaiezza del ragazzo. La prima, nettamente separata dalla seconda da un’immaginaria linea di mezzo, appartiene a ciò che è avvenuto prima del 31 dicembre 2010. Trascorso il limite invece, si inizia a intravedere il sorriso del 1 gennaio 2011.
E allora dai, quel cilindro!
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