"Mi ha guardato come il sentiero che s'illumina d'incanto, mi ha guardato come il bambino divertito dagli schizzi d'acqua. Così mi ha guardato ed è stata la rivoluzione di me stesso. Tutta l'incredulità del mondo ci cascava addosso senza pudore. E quelle vampate nella coperta della tenerezza, ma non valevano più della vita stessa?
Sentire le proprie spalle accarezzate dalla mano libera. Ma dove stavamo? Sospesi e galleggianti nell'istante. Abbiamo vagato in coppia come i barboni all'angolo della strada, alla ricerca non del Tavernello, ma dell'istante e degli istanti amabili. Ma come è stato bello, il tempo in cui l'ingenuità era una risorsa e l'ignoranza un concentrato di saperi.
Estaticamente assuefatti a quell'idea di unicità, di insostituibilità che non ci ha reso unici, dal momento che nessuno è unico, ma insostituibili sì."
P. S. scrittore, regista.
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