Vorrei avere per tutta la vita il coraggio del professor Colapietra. Lui ha capito che quando ti prendono sei finito. Se non ti attacchi con tutto te stesso alla tua dignità, alla tua capacità cerebrale, alla tua coscienza, sarai facile vittima e preda.
Si potevano sentire l'odore dei calcinacci e dei vecchi volumi impolverati, tra le pieghe del suo viso scavato. Affascinante.
Ma di fascino non se ne trova altro in questo avanzare di celluloide.
Si ascolta con amarezza, ci si stupisce ancora, ci si commuove con le testimonianze e ci si arrabbia, ti arrabbi assssaieeeee, veramente.
Inutile parlare di lui, e sperare in un post-lui... la sua grande opera di annullamento è già compiuta.
L'ignoranza mi ha sempre fatto paura. Cosa sono le emergenze e cosa sono i grandi eventi? Finché non sai, tutto è plausibile. Cosa è un ente preposto alla protezione che si occupa invece, spendendo i milioni dei cittadini, di grandi opere pubbliche sportive e religiose che non hanno nulla di imprevisto e niente dell'emergenza? Una SpA, giusto. Solo quello poteva essere la protezione civile con l'avvento del Guido, che sereno se ne va a braccetto tra Joseph e Silvio. L'inizio dello spreco sfacciato che non necessita di giustificazioni, della corruzione, della faccia pulita con dietro un mare di pattumiera. Napoli,
In questo scenario, le testimonianze di chi c’era. Le voci. I volti. La nonnina che rifiuta l’ospizio e invita gentilmente quelli della protezione civile a portarci la loro di madre. I pareri di chi vede, in quelle tendopoli, non un luogo di accoglienza, ma un test, un test di annientamento dei diritti. Perché con le persone in difficoltà, puoi usare il pugno duro. Rinchiuse lì dentro, puoi verificare quanto si può osare, impedendo alle persone di bere eccitanti (non solo alcol ma anche caffè e coca cola), facendo sentire costantemente la presenza militare che controlla ogni movimento. Inventando ordinanze che non esistono, ma che vietano la distribuzione di volantini, che vietano assemblee e telecamere. Tutto è militarizzato nei campi, dalle figure che vi comandano alle regole da seguire, alle reti di recinzione per proteggere dai ladri... che c'avranno da rubare in una tendopoli?? Gli Aquilani, anche quelli felici della loro New Town, ricca forse di agi mai avuti prima, si accorgeranno che non è la casa che gli hanno cambiato, ma la vita stessa. Non più il negozio, ma il centro commerciale. Non più la comunità, ma individui isolati... a prezzo di nuove distese di cemento. Tutto il "vecchio", che è la nostra storia, è da buttare. Rubata la memoria, rubata la vita, il loro lavoro è fatto.
Poi ci sono quelli arrabbiati, che non si fanno toccare, non hanno paura e conoscono i loro diritti, o forse non hanno niente da perdere. Mi consola un pochino, mi riempie di orgoglio e di voglia di emulazione.
Trema l'Italia e tremo io che vorrei scrivere ancora, ma vi lascio al film! Andate a vedere Draquila che non è un dipinto malfamante dell'Italia, ma un racconto di sofferenze e umiliazioni, inferte non certo dai vari Guzzanti, Saviano (a questo punto pure Mourinho) ecc... ma dalle malefatte di chi in questo paese manda e comanda.
Il coraggio di un finale non lieto, lascia quell'amaro che serve a non scordare fuori della sala. La grande illusione è che tutto ciò che è vuoto e fasullo non possa durare. Non è vero. DURA.
2 commenti:
mi hai fatto venire voglia di andare a vederlo. considerazioni che forse non mi avevano nemmeno sfiorato. senza forse.
è l'effetto migliore che potesse scaturire questo post!
vai e poi ne parliamo!!
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