A noi piace stare tutti insieme e, ci tengo a dirlo, non solo per i mondiali! Chi seduto, chi steso, chi in piedi, chi appoggiato al responsabile della proiezione, arrabbiati e divertiti davanti ad uno schermo. Socializziamo nel confronto, perché possiamo commentare, ridere, criticare, annuire, fischiare e urlare che se ne vadano tutti a casa, anche se quelli come al solito non ci sentono. Però, ancora, a noi degli anni ’50 non piace isolarci e viviamo con pathos sentimenti collettivi. Non ci hanno ancora intortato con la storia della speranza per farci stare zitti e buoni.
Vorrei dire a loro di tremare perché i giovani sono il futuro dell’Italia, e ieri ce n’erano tanti nelle piazze. Ci sono i cassaintegrati, i precari e i disoccupati, che sono un tantino incazzati e buoni buoni non ci stanno più.
Vorrei dire a Morgan che negli anni ’50 non esiste X-Factor e questa non è la sua trasmissione, né il suo pubblico.
Vorrei dire a Sandro che neanche gli sms abbiamo ancora inventato, non può dirci in diretta che facciamo pena, ma io lo posso pensare di lui, direttamente.
Vorrei dire a Mario che se avessi conosciuto il suo pensiero, l’avrei citato il giorno della mia discussione di laurea, quando ho concluso dicendo che “senza il popolo non si fa rivoluzione”, provando un gran senso di liberazione nel cuore e felicità per la standing ovation di tutti gli amici presenti.
Si conclude ballando con Teresa e con i nuovi vicini di casa che mi invitano a bere una birra… un’altra!! L’importante è gridare!
E con la mano “sporca” sul cuore, ho giurato di continuare a farla fuori!
3 commenti:
brava. bellissimo post, tanto per cambiare :-)
finalmente, oltre ad apprezzare, ho capito ciò che hai scritto e sono persino d'accordo. bellissimo, bene, brava, bis (non di birra) ;-)
uno scrittore che lo giudica il più bel post scritto su raiperunanotte, un amico che apprezza, un'amica orgogliosa e tutti gli altri incoraggiamenti mi fanno credere che ieri sera c'è stata tanta energia positiva! bello!
Posta un commento