venerdì 26 febbraio 2010
11bis_dei delitti e dell'architettura
Però la patria del formaggio coi buchi, della puntualità e delle banche ha concluso il 2009 con una grossa cioccolata puzzolente. La voce del popolo, suggestionata da una politica del terrore, ha chiesto la messa al bando dei minareti dalle moschee svizzere. Alcuni architetti hanno risposto suggerendo il design appropriato per una Svizzera meno tollerante. Ecco alcune provocazioni.
Fonte immagini Icon March 2010
mercoledì 24 febbraio 2010
11_Italia... bel paese!
Non so perché ho iniziato a pensare ad Anna, o meglio, so quando ho iniziato a pensarci; era domenica, certe storie non possono che venirmi in mente di domenica. Anna è come l’11, da qualunque parte la guardi è sempre Anna e non è un particolare irrilevante. Poche storie, quando una cosa è bella hai poco da giraci intorno, sempre bella rimane. L’Italia gran bel paese, il bel paese! Hai poco da girarci intorno, fa schifo! L’Italia non è più Anna, abbiamo un passato ingombrante, il benessere ci ha ingrossato il sedere e tutte le volte che ci accomodiamo sul divano con l’Italia, il minimo è che la facciamo cadere.
Anna, 8 dicembre 2009, sono andato alla Triennale e come me altre persone, tanti bambini, c’era anche Bruno Munari.
Mentre ero là mi sono voltato e ho visto Anna. Ho pensato; ha 11 passi da fare, perché è il 2010 che indica il tempo o forse anche il ritmo, 2010 è poi uguale a 44, ho pensato a quando 44 era mio padre. Ho guardato ancora una volta Anna e ho sorriso pensando a quella piccola città dove la Dora Baltea passa sotto Ponte Vecchio e dopo c’è l’Olivetti. Eh sì, perché malgrado noi l’architettura è rimasta ed è diventata monumento di quella cultura che credeva nel pensiero e nella capacità delle persone di averne uno.
A volte mi dico che il futuro è ciò che abbiamo vissuto, poi penso ad Anna e mi sembra che il futuro sia ciò che varrà la pena di raccontare. Anna non esiste ma non è neanche un sogno, se Anna sarà è perché ci saremo noi.
P.A.
lunedì 22 febbraio 2010
Fatti internet!
Cade in questi giorni il mio annAversario dell’incoronazione d’alloro! Un lustro è passato da quando con questi folli folletti passavo ore e ore!
Ma adesso che di pomeriggi e magari anche mattinate come quelli ce ne saranno di nuovo, e con l’inattesa telefonata di ieri, mi tornano in mente i giorni universitari, i più splendidamente lunghi.
Sulla scacchiera dei ricordi, posiziono e sposto con mano sicura i personaggi di una partita che, come tutte le cose, prima o poi avrebbe visto la fine e a cui oggi posso guardare col sorriso, per quello che è stato e per quello che ancora è! Scontato dire che ci tenevo e ci tengo tantissimo alLa Torre e a tutte le altre pedine!
Penso a quando la rete era fatta di trame fitte e carnali e di quando quella virtuale non era che uno spazio da usare nei tempi morti. L'emo non esisteva neanche nel peggiore degli incubi. Mai nessuno avrebbe pensato di chiudersi in casa propria. Non ci sarebbe mai venuto in mente di rimanere ognuno seduto dietro il proprio PC a chattare, magari da una stanza all’altra con i compagni di appartamento.
Iniziava a suonare un campanello ed era un via vai nel corridoio e un alzarsi per vedere chi era arrivato. Si spargeva la voce... marketing virale, direbbero oggi. Ma noi pensavamo che il marketing fosse quello del mercoledì mattina in piazza! Giocavamo, ridevamo, disegnavamo, cantavamo, bevevamo e fumavamo, di tutto tanto. Su scacchi bianchi e neri noi ci toccavamo, ci abbracciavamo, sentivamo gli odori e ascoltavamo suoni dal vero. Saprei riconoscere benissimo il profumo di Valentina, la tonalità della voce di Oriana che sapeva a memoria il repertorio della canzone napoletana, ricordo benissimo l’espressione assente e stupita di Pamela, mi ricordo la mano veloce di Silvia che tracciava feti contorti dentro pance di mamme i cui capelli diventavano rami di alberi e mani ossute.
Mi ricordo l’invitante profumo che usciva dal forno delle torte che Raffaella e Michela preparavano per sfamare le nostre pance chimiche. Mi ricordo le tettone di Angelica, l’organizer, e le mani ardite di Silvio che non perdevano un’occasione per testare rotondità femminili. Mi ricordo le risate che ci faceva fare Serena, la migliore interprete di sempre di Fiorello che imita Mike. Poi Sergio che scratchava i dread, Nfo che soffriva il solletico alle ginocchia, Piero che dava del grasciaro al tabacco di Oriana, FederFico, Ale e tutto il colle dell'inifito! Mauro il contefilosofo e le sue affascinanti buone maniere, Marco perso nei discorsi di Deleuze e Guattarì, Alessandra, la santa paziente, il mitico Ste Spè anche detto mister Kim Ki-Duk, Samuele il ragazzo di Guccini vs Feltri, Alde, lo studente americano, poi Romina, il Babbo, Gustavo, Danielò, Davidì, Mario, Giorgia e Tot... eccetera, eccetera, eccetera!
Non farti internet, apri la porta! Rispondile così!
E non è nostalgia, è un omaggio!
Piccoli e Grandi
Quello grande si contorce dall'emozione, il piccolo contorce solo le manine. Lui non sa cosa sia successo, non conosce il tempo e neanche lo spazio. Lui sta lì, dove e come tutti i piccoli del mondo dovrebbero stare.
Il grande ha lo sguardo di chi ha capito cosa dicono quelle gocce.
Ma qui non c'entra. Oggi è la sua festa, benvenuto Gabrielino!
giovedì 18 febbraio 2010
L'uomo del futuro
Guardando quei bambini che, rapidi e composti, ad ogni concitato comando, sapevano esattamente come mettersi al riparo, conservando ben stretta la preziosa tazza di latte, mi vengono in mente le Resistenze di oggi. I piccoletti sanno come recitare la loro parte, sanno che agli spazi di gioco spensierato dopo la messa, si alternerà una fuga alla ricerca di un nascondiglio sicuro. Non protestano, non tentennano. Sanno.
Paolo non ci crede che l'educazione dei genitori influenzi la personalità del proprio figlio: è un terno al lotto. Può darsi. Un po' ci credo, un po' no. Voglio dire, chi mi ha generato ha messo del suo in questa piccola persona che sono. E anche io ho sognato di riuscirci!
Però poi nella vita, e soprattutto in certi periodi storici, in certi contesti, in certe società, i fattori esterni possono deviare il naturale corso di crescita.
Trasferendo quel profondo senso di ansia che ho respirato ieri sera, come dentro una claustrofobica Galleria, la prima immagine che mi viene in mente è
Non ho vissuto tutto questo invece, io. Ero seduta. In sala nessun effetto speciale, nessuna star di Hollywood, nessuna spettacolarizzazione, nessun protagonismo, un solo messaggio: resistere per non perdere la parola e il pensiero. Questo è il cinema che mi piace! Non scrivo recensioni, non faccio critica, non lo so fare. Solo mi rimangono impresse delle cose e ci penso. A volte è la trama, a volte è la tecnica. In tutto c'è storia, personale e non, di oggi... mi piace riconoscerla!
Per fortuna ieri sera c’era di nuovo l’ esperto con me, quello che sa sdrammatizzare e mi fa ridere di fronte alla banalità di aver riconosciuto in un disegno un bel paracadute. Del resto, io sono la_stupida. Bentornato!
Molti ti guarderebbero strano!
Ma non ci saranno lucciole, stupide su un prato di notte, cancelli, bende, pisolini al sole, trattori, tetti in silenzio e tutto quello per cui ci vogliono fantasia, semplicità e due spiriti infantili che servono per apprezzare, stupirsi e giocare con la vita.
Ho capito che è poesia.martedì 16 febbraio 2010
Sarà anche grigio, ma è il mio...
Pare che per il Paradiso dovrò aspettare ancora un po', non mi ha preso con sè neanche stanotte e sono ancora su questa Terra, ma non si sa mai, può succedere da un momento all'altro!Intanto canto in testa a voce altissima di quello che farei se fossi in un paradiso grigio, ridendo come la prima volta che l'ho sentito 10 anni fa, tanto mi dicono sempre che sono un po' strana, e forse è soltanto perchè io penso... come piace a me!!
venerdì 12 febbraio 2010
Via del Campo, il mio Paradiso!
Cercando e supplicando il mio paradiso in una notte senza sonno, mi son venuti in mente la poesia e il maestro Fabrizio...
Queste le parole rimaste in circolo per tutto il giorno:
... lei ti guarda con un sorriso, non credevi che il paradiso fosse solo lì al primo piano!
... a vederla salir le scale fino a quando il balcone è chiuso!
... dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori!
giovedì 11 febbraio 2010
Sconcerto!
Un concerto sentito per telefono, una canzone, una tra così tante?! Davvero o un caso? In silenzio ascoltavo con il cuore che mi si faceva a polpetta! Anche alle streghe si scioglie la corazza per un attimo, immaginando il braccio teso che vuole condividere con me e che mi ricorda chi sono!
Poi è di nuovo una corsa verso altre mete. Un altro Concerto, solo perché l’Azzurro, non il principe, era chiuso! Meglio così, il Concerto è stato bello. Sarebbe piaciuto anche al mio amico, che secondo me ha un po’ una fissa per gli slavi, sarà da quando quest’estate è stato in vacanza in quei posti! E c’era di nuovo lei, quella con cui avevo empatizzato qualche cinema fa, al punto da imbarazzare il mio vicino! Qui mi piace meno la sua interpretazione ma anche stavolta mi sfiora la pazzia, con lo scorrere velocissimo delle dita su un violino immaginario, sovrapposto a quello reale, quello del flashforward. E nel profondo avrei voluto che il concerto non finisse mai. Ciajkovskij, l’orchestra e l’apice della sinfonia mi ricordano l’adolescenza, periodo in cui mi rifugiavo, per estraniarmi, nelle turbolente composizioni senza ritmo della classica. Ed era quello, insieme a divertite risate che non mancano di certo nella pellicola, che mi ci voleva oggi dopo un’altra immagine di mamma così tesa! Anche qui si inciampa in qualche stereotipo, ma lo faranno apposta questi registi? Il comunista deve essere per forza l’ateo che per un attimo dubita dell’esistenza di Dio? L’ebreo deve essere per forza così insistentemente affarista? Chi se ne importa! Volevo che quella musica continuasse ancora nelle mie orecchie.
mercoledì 10 febbraio 2010
martedì 9 febbraio 2010
Sempre nel mio periodo punk!
Sentita tornando a casa da danza... è che nella Y è difficile continuare ballare ma, nel periodo punk che sto rivivendo, ci stava proprio!!!! Bello ritrovare queste cassette in macchina e spanzarsi dalle risate!
lunedì 8 febbraio 2010
Bene Carmelo, Grazie Paolo!
Non posso vedere le lacrime delle ragazze
perché far piangere una ragazza
è più irreparabile che sposarla
perché le lacrime son tutta infanzia
perché le lacrime versate manifestano
semplicemente una pena così profonda
e ragionevolezza scoppiano e affogano
in quella fonte riaperta dell'infanzia
della creatura primitiva, incapace di male
Si fa tardi.
A domani i baci e le teorie..
Mi ci volevano una cena, il vino e due chiacchiere con un amico! Tu che mi fai leggere poesie, che mi illumini su quello che io non riesco a vedere e mi fai dimenticare per un attimo la scena di mamma, lenzuola bianche e pareti nude, pigiami e odori di corsia!
Bad for free... manco troppo!
serve puntare una sveglia per non rimanere intrappolati in situazioni disdicevoli.
serve restare a casa, se non si ha il tempo di lasciar sfogare i pensieri.
serve affrontare e non rimandare.
serve eliminare quanto prima ridicole ed ingombranti presenze che non fanno più ridere.
venerdì 5 febbraio 2010
Odi et amo (seconda volta)
Mi piace il sole che mi acceca dopo la curva salendo verso il santo pennuto, mi stordisce per un attimo, non vedo più niente, c'è quell'istante di rischio per le auto che mi vengono incontro, però il sole rischiara e dà piacere.
Mi piace vedere il muro, bagnato dal sole, che luccica della bava delle lumache.
Mi piace scoprire, al riflesso del sole, indecifrabili geroglifici lasciati sul parabrezza da vibrisse e zampette scomposte.
Mi piace pensare che, come dice Paolo, dov'è passato uno stregone, passerà un fatino.
Mi piace ricordare che diceva continuamente di amare il mio aspetto da callipigia.
Non mi piace invece ascoltare che il fiammifero è uscito dal paniere, come farà la piccola delle fiabe di Andersen a sopravvivere adesso?
Non mi piace la prevedibilità di una giornata.
Non mi piace leggere una storia che mi racconta che tutto è rotolato via di nuovo. Pensare che qualcuno le ha cancellato un sentiero in discesa, che io pensavo fosse già tracciato, facilmente percorribile. Invece è arrivata al punto in cui sono rimaste solo le strisciate della gomma, e si sente come Alice nel paese degli orrori, che vede la sua strada spazzata via... Mi dispiace non poterla abbracciare e sentir scivolare la sua delusione, la sua amarezza e tristezza sulle mie spalle, piccola mia! Tutto ci scorre a fianco, ma alcune cose restano, non dimenticare!
Anche lui, se ci penso, non mi fa più ridere, e mi dispiace, peccato!