Chissà cosa sente Zeina Abirached, classe 1981?
Cecchini, barili metallici, container, filo spinato, sacchi di sabbia ritagliano una nuova geografia!In mezzo a cassettine di verità, tra la lana aggrovigliata, come quella che nonna strecciava prima di riempire i cuscini, capisco e non capisco. Quanta paura avrà avuto Zeina, cercando di attraversare la città? Cercando di fuggire ai pericoli in un momento di grande sacrificio collettivo. Se il tempo è verità, il volto della morte è la forza che risveglia.
E io che paura posso mai avere, di fronte a tutto questo? Anche con quegli agitati pensieri notturni, ci posso riuscire, per quella...
...speranza di vivere...
"Ti amo come si amerebbe una donna.
Ti amo come si amerebbe un figlio.
Ti amo come si amerebbe una madre.
Amo la tua voce.
Ti amo quando alzi la voce con me.
Ti amo quando non parli, è raro che non parli.
Ti amo quando mi abbracci.
Ti amo quando mi respingi.
Ti amo quando cammino accanto a te, quando cammino dietro di te, davanti a te e dentro di te.
Amo i tuoi occhi.
Amo i tuoi occhi nei miei occhi.
Amo gli occhi degli altri nei tuoi occhi.
Amo stare nel tuo letto.
Amo scordare che in passato ho cercato altri letti.
E ti odio più di quanto Satana odia Dio, mia Beirut."
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