L’immagine era questa: seduta per terra, impertinente, fiera e sicura di sé, con le treccine che le cadono sulle spalle, tiene vicino a sé un cagnolino, della sua stessa dimensione, che si vede stravede per lei. Bella.
Sopra la sua testa, l’avrete vista tutti almeno una volta, una luna piena e una stella che cerca di avvicinarla su un fondo quasi nero… spiccano come regine in cielo. La stella non la raggiunge, ma si avvicina molto. Che sia una danza di seduzione?
Tornando giù e rilassando il collo, le chiacchiere parlano di ricette di diplomatici, delle onde di aquafresh che cadono nel lavandino, di 90 paia di mutande che, per metterle tutte, dovresti avere 3 culi! Del culo famoso che dal calendario passa in parlamento, dei giustizionalisti. Non so come fa, ma lui non perde mai il filo del discorso, ha quella calma e quella capacità di attrarre l’attenzione e da solo regge folle di orecchie. Anche stavolta mi colpisce con un dubbio. Qual è la distanza accettabile dal nazismo? Perché se rifiutiamo fermamente degli atteggiamenti crudeli, siamo disposti ad accettarne altri solo perché sono geograficamente lontani da noi? È come allontanare la scarpa dal piede, la lametta dalla barba, il cappello dalla testa. E si apre un mondo di ingiustizie, nuove forme di regimi a cui noi senza coscienza ci assoggettiamo. Lui dice sarà una gran soddisfazione selezionare con responsabilità acquisti e consumi. Io vengo da te ogni volta che ci sei, ma preferirei camminassi passo passo con me, se non tu, che devi girare per l’Italia, uno come te… che ci educhi tutti e due!
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